Sul torneo di lettura
I bambini ci parlano La rubrica settimanale a cura di Giuseppe Caliceti
I bambini ci parlano La rubrica settimanale a cura di Giuseppe Caliceti
Mi raccontate con parole vostre perché dopo la mensa dobbiamo impegnarci a leggere ancora di più e con più attenzione, in questi mesi?
«Per la gara. Per il torneo di lettura». «Perché la biblioteca ci ha portato dei libri bellissimi. La biblioteca di Sant’Ilario d’Enza. Noi li dobbiamo leggere e dopo segniamo quelli che abbiamo letto e dopo ci interroga una maestra». «No, non è una maestra. E’ una attrice. Quella che fa i giochi in biblioteca». «Perché noi dobbiamo combattere contro le altre squadre delle classi quarta di Sant’Ilario e di Calerno che siamo noi». «Dobbiamo fare il torneo di domande e risposte come abbiamo fatto oggi che c’è stata la prima partita. Noi abbiamo fatto molti punti. Ma non è ancora finita. Perché è come le partite di calcio: prima c’è l’andata e dopo c’è il ritorno. Insomma, ci sono due partite per sapere alla fine chi vince». «Ma poi chi vince non vince niente. Vince solo che è felice perché ha vinto». «Ci fa delle domande e noi dobbiamo rispondere. Delle domande sui libri che abbiamo letto. Sul titolo, sulle figure. Sui personaggi, sui luoghi dove erano quelle storie che erano raccontate sui libri: in collina o al mare, in montagna o in un posto fantastico. Se rispondi giusto, fai dei punti. Se invece non rispondi giusto, non fai nessun punto». «Però bisogna anche fare silenzio». «Poi c’è una cosa da ricordare: che non devi giocare da solo. Voglio dire: se tu sai una risposta perché ti sembra di saperla, di sapere la risposta, di sapere che è giusta, la risposta giusta, non la devi dire subito ma ti devi confrontare con i tuoi compagni e le tue compagne di classe che hanno letto anche loro quel libro: se anche per loro è quella la risposta giusta, allora la puoi dire. Se la dici e ti sei confrontato sei più sicura che è giusta, sono tutti più sicuri che è la risposta giusta perché si sono confrontati e insomma, di solito quella è la risposta giusta, proprio quella». «A me è piaciuta la gara all’inizio, quando erano le prime domande del torneo, dopo però mi sono arrabbiato perché mi sembrava che noi perdevamo e gli altri vincevano, invece dopo abbiamo vinto noi». «Ma non è ancora che abbiamo vinto veramente perché c’è anche un’altra partita. Questa volta abbiamo vinto noi, ma quest’altra volta non è detto. Io spero che vinciamo ancora, ma non lo so bene». «Però io dopo mi sono annoiato perché non sono abituato tanto a stare sempre seduto sulla sedia a parlare e soprattutto ad ascoltare quando lei faceva le domande alle altre classi». «Anche io, perché eravamo tre classi e alla fine anche io mi ero un po’ stancato perché non riuscivo a stare attento, non riuscivo a stare sempre seduto sulla sedia, mi ero stancato».
Mi dite invece le cose che vi sono piaciute di più?
«A me i libri che c’erano da leggere perché sono stati divertenti, anche se io non li ho ancora letti tutti». «Quando ha fatto vedere le figure con il computer e noi dovevamo indovinare a quella libro appartenevano». «Mi è piaciuto molto perché abbiamo vinto noi, questa volta. Se invece non vincevamo noi, non so se mi piaceva sempre». «A me leggere piace e perciò il torneo di lettura mi è piaciuto». «A me non piace leggere ma i due libri che ho letto erano belli perché facevano ridere ed erano anche abbastanza corti come numero di pagine e questo è meglio, per me, perché se un libro ha troppe pagine io mi spavento e dopo non riesco mai a leggerlo fino in fondo». «Anche a me i libri che abbiamo letto per prepararci e allenarci alla partita del torneo sono piaciuti perché noi avevamo uno scopo, per leggerlo. Perché non li leggevamo a caso e senza scopo». «Non mi è piaciuto quando gli altri ci facevano le linguacce. Gli altri bambini. Quelli delle altre due quarte». «Per me è stato divertente perché a me piace sia leggere sia fare le gare». «Mi è piaciuto leggere il mio libro di narrativa che ci ha dato la biblioteca ma preferisco quando i libri me li legge la maestra e il maestro oppure la mamma». «Si possono dire anche le cose che non sono piaciute? Per me non era bello che i libri erano così tanti, erano troppi». «Mi è piaciuto molto andare in biblioteca e non restare a scuola». «Mi è piaciuto quando gli altri hanno sbagliato così noi abbiamo vinto».
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