Rubriche

Sul suono del flauto dolce e traverso

bambini

I bambini ci parlano La rubrica settimanale a cura di Giuseppe Caliceti

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 25 febbraio 2021

Mi iniziate a raccontare cosa è successo venerdì pomeriggio?

«Dopo la mensa? È venuta a scuola la mamma di Erika. Lei voleva venire per farci sentire che suona». Mia mamma aveva detto da Ottobre che voleva venire. Solo che prima non si poteva. La preside non voleva. Poi dopo Natale però si poteva. Adesso si può. Allora è venuta». «Lei maestra di flauto». «Lei sa suonare due flauti». «Io ero emozionato che veniva perché era come un concerto».

Immaginate di raccontare a chi non ha avuto la fortuna di essere con noi venerdì pomeriggio….

«Abbiamo messo dei bambini seduti sul pavimento, degli altri bambini e bambine sulla sedia e degli altri seduti sui banchi. Tutti lontani».«Poi la mamma di B è arrivata. B era emozionata. «Aveva la custodia del flauto traverso. Quello dolce era in un sacchettino» «Subito ha chiesto se il flauto traverso quanto era lungo. Noi abbiamo visto la custodia e detto così, un po’ così». «Invece era più lungo. Perchê ci sono tre pezzi. Si incastrano». «Per me è ricchissima tua mamma perchê ha detto che il flauto era tutto d’argento». «Ha detto che ce ne sono anche d’oro». «Dopo ha aumentato il flauto, sempre più lungo». «La prima parte si chiama testa, dove soffi dentro. Poi c’è il corpo, come il corpo di una persona. Poi, in fondo, si chiama codino, il più corto». «Per me è bravissima quando suona. A me mentre soffia, mentre suona, sembra che mi sorride».

Dopo ci ha fatto vedere anche l’altro flauto….

«Sì. Di legno scuro». «Il flauto dolce». «Ha un suono più dolce. L’altro si chiama flauto traverso perché devi mettere di traverso le mani, per suonarlo. Di fianco alla bocca e soffiare». «Poi faceva delle note anche con la lingua. A stacchi». «Le note sono i suoni». «Aveva anche il foglio dove c’era scritta la musica. Ma la musica non è scritta come una lettera, come con le lettere in stampato o in corsivo, ma sono dei puntini neri o bianchi, alti o bassi: sono le note!» «Poi abbiamo fatto anche le fotocopie e ognuno di noi ne aveva una e lei alla fine, la mamma di B, ce le ha anche firmate con il suo autografo». «Era bravissima. Io vorrei ascoltarla sempre!» «Il flauto non è come il tamburo, che ci devi picchiare sopra. Con il flauto devo soffiare». «Si, il flauto è come un tubo e tu ci soffi dentro e muovi le mani. Però le mani devi metterle inuma certo modo, non sbagliato». «A me il flauto traverso sembrava come un uccellino che cantava». «Prima ha fatto la scala in su o in giù Prima in su e poi in giù. Piano piano o veloce. E noi facevamo la scala con la mano dal pavimento al soffitto, in punta dei piedi». «A me è piaciuto di più il secondo pezzo perché era più allegro, più veloce».

Avete capito come faceva a suonare a fare uscire le note e il suono?

«Se tu soffi, è come un fischietto». Poi muoveva le dita dove c’erano i buchi. Così. Apriva e chiudeva i buchi e faceva tutte le note, tutte le musiche». «Come quando noi impariamo a leggere e a scrivere le lettere e le parole, così le note. Ha detto che la cosa più importante è l’allenamento per suonare o leggere bene». «Quello storto si chiamava flauto di traverso». «Se chiudi tutti i buchi con le dita, il fiato esce dal buco in fondo, quello. Invece se tu non ne chiodi uno, esce da quel buchino, prima, allora fa un suono diverso». «Sì è come se il flauto si allunga e si accorcia, ma senza allungarsi e accorciarsi, solo…. Solo facendolo con i buchi e le dita». «Dopo abbiamo ascoltato due musiche. A me piaceva la prima musica». «A me la seconda, era più allegro, più veloce, meno calmo, più agitato». «La prima era bella ma troppo lenta. Troo». Era bravissima».

Tra i balletti che voi facevate con io che suonavo il tamburo e questi col flauto c’erano differenze?

«Perché la musica era diversa.» «Poi il flauto è diverso dal tamburo, fa suoni più forti e allora i movimenti erano più scatenati. Invece oggi, i balletti con il flauto, la musica era più romantica, più calma. Allora noi ballavamo con calma». «Io non pensavo che faceva dei movimenti così rotondi, così belli, così lenti. Invece siamo riusciti a farli anche noi maschi».

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