Sul ritmo senza musica delle filastrocche
I bambini ci parlano La rubrica settimanale a cura di Giuseppe Caliceti
I bambini ci parlano La rubrica settimanale a cura di Giuseppe Caliceti
Oggi vi voglio fare una domanda un po’ difficile: cosa è una filastrocca? Noi le abbiamo imparate già una, due, tre. Altre ve le ho lette io. Ma voi avete capito cosa sono?
«Sono delle scritte». «Delle scritte che ci sono sui libri o puoi imparare anche a memoria». «Sono corte o lunghe». «Poi tu non scrivi tutta la riga. neanche sul libro. Perchè poi… Perchè poi la filastrocca non va fino in fondo alla riga, ma dopo va a capo subito, o quasi subito». «E’come una poesia, la filastrocca». «Infatti è come una poesia. Non è come una storia».
Quasi giusto. Adesso però vi leggo una poesia e poi, dopo, una filastrocca. Avete notato delle differenze?
«Sì, la poesia è più luna». «No, per me sono lunghe un po’ uguali, solo che la filastrocca sembra che… Sembra che va più in fretta, più veloce». «Mi sembra che ci sono più cose divertenti nella filastrocca, invece nella poesia no». «Per me è come una canzone». «Però non c’è la musica. Non esiste, beh? Se non c’è la musica, non è una canzone». «Infatti non c’è la musica». «Infatti non si chiama canzone ma filastrocca, se no si chiamava canzone». «Per me ci sono più rime, cioè i suoni che hanno le parole uguali». «Le sillabe uguali». «Va più in fretta, ha più ritmo». «E’ più rock, la filastrocca». «Per me una filastrocca è come quella che tu ci hai letto per ultima, invece quella che ci hai letto per prima era una… Era una poesia». «Le poesie sono più lente, le filastrocche più veloci». «Sono come una batteria, le filastrocche. Io a casa ho la batteria, maestro, lo sai? però la posso usare solo quando vuole mio padre». «A me sembra che la filastrocca è tutta lunga uguale, con il ritmo uguale. Invece la poesia no».
Avete detto già alcune volte la parola ritmo, che è una parola musicale, della musica. Mi sapete dire a parole vostre cosa è?
«È come la batteria in una canzone rock». «Anche nella musica c’è il ritmo». «E’ quello che serve di ballare». «E’ il tamburo». «Sono… Sono delle cose che suonano di più. Allora si chiamano ritmo, perché sono tanti». «Sono delle cose che battono». «Possono essere anche due tamburi, non uno solo». «Per me un ritmo è come il battito del cuore». «Oppure quando la maestra M. ci fa fare le cornette, io mi ricordo che lei ci ha detto di seguire sempre lo stesso ritmo». «Ma quello non era un ritmo come quello della musica, ma solo…. Erano solo delle cornette».
Siete stati bravissimi, perché avete capito che nelle filastrocche, anche se non c’è la musica, c’è un ritmo. Cioè, le parole fanno un ritmo sempre o quasi sempre uguale. Spiegatemi meglio…
«Sì. Per me sono delle parole ritmiche ma senza musica». «Perché poi anche con i suono delle vocali e delle consonanti puoi fare una musica». «O puoi anche cantare una canzone, allora». «Sì, sempre uguale». «Come Enzo Lorenzo?» «Anche la poesia sulla nebbia che abbiamo imparato a memoria non era una poesia, ma una filastrocca. Perché c’era anche scritto». «Anche la poesia su Artù era una filastrocca». «A me piaceva quando dicevi Hey, hey, hey, su su su. Hey, hey, hey, giù giù giù». «Anche a me. Alzando prima le braccia in su e poi in giù». «Perché il ritmo è nelle parole. E’ come un ritmo sempre uguale. Perché se non era sempre uguale non era neanche un ritmo». «Anche come quando batti le mani così, per esempio, questo è un ritmo».
«Per esempio, se io faccio sempre così, andando sempre alla stessa velocità, è tutto così, è un ritmo anche questo. Può essere lento o veloce, per esempio, così, questo è veloce, ma sempre uguale». «Ah, ho capito. Come una canzone senza musica!» «Sì, sì, infatti io quando dico la filastrocca posso anche battere le mani o anche fare dei movimenti, dei gesti, per esempio dire la poesia e fare un balletto».
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