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Sul ring e nella vita una sfida infinita

Sul ring e nella vita una sfida infinita

Cinema Rocky e Apollo - protagonisti della saga con Sylvester Stallone - avversari e poi amici diventano modelli e simboli generazionali

Pubblicato quasi 9 anni faEdizione del 7 gennaio 2016

I debiti si pagano sempre. Se c’è una cosa che Sylvester Stallone ha sempre saputo è questa. Probabilmente, se esiste Rocky Balboa è perché nell’altro angolo del ring c’è sempre stato Apollo Creed. Anche quando Carl Weathers, che lo ha incarnato, non figurava nel cast. Apollo compare nei primi quattro film della saga. Apollo Creed incarna un modello e un simbolo. L’integrità e la volontà. La tenacia e la dignità. Apollo, esponente di un’America agognata, idealizzata; Rocky, al soldo di un usuraio, è un sottoproletario che non sa valorizzare i suoi talenti. Balboa monta sul ring contro Apollo per la prima volta nel 1976. Apollo si trova a Philadelphia nell’anno del bicentenario della scoperta dell’America per affrontare Mac Lee Green il quale è costretto a rinunciare per una mano fuori gioco.

È Apollo che sceglie «the italian stallion» nella rosa degli aspiranti pugili: «Chi ha scoperto l’America? Un italiano, no? E quale modo migliore per celebrare il bicentenario se non affrontarne un discendente nel ring?». Rocky non manca mai di rispetto ad Apollo, anche quando la pubblicità potrebbe essergli utile. «È un grande». Il primo incontro fra Rocky e Creed finisce ai punti per Apollo: 8:7, 7:8, 9:6. Nessun rematch è la promessa.

Nel secondo capitolo, invece, il primo diretto da Stallone, Rocky ritrova Apollo sul ring. Una battaglia all’ultimo sangue, vinta per un soffio da Balboa. L’importanza di Apollo emerge nel terzo capitolo della serie: Rocky ha perso la sua motivazione. Sarà Apollo a tirargli fuori la grinta persa. Sarà lui, infatti, a sostituire il fido Mickey, l’amato manager e allenatore. Dopo aver preso una sonora legnata da «Clubber», Rocky si affida ad Apollo per ritornare a essere il pugile di una volta. Tra i due c’è un patto: quando avrà sconfitto «Clubber», Rocky dovrà concedere ad Apollo un favore: affrontarlo in un’amichevole sul ring. Il terzo film della serie si conclude con un freeze frame che congela l’attimo in cui entrambi gli amici sferrano i loro colpi migliori. Nel quarto capitolo della saga, Rocky siede nell’angolo di Apollo che affronta il terrificante Ivan Drago.
Indossando i suoi tradizionali calzoncini a stelle e strisce, Apollo affronta Drago che lo massacra di colpi. Rocky vuole gettare la spugna per salvare l’amico ma Apollo glielo vieta.

Drago colpisce Apollo con inaudita violenza, uccidendolo. Rocky raccoglie infine il testimone di Apollo; lo scettro di una nobiltà umana che Rocky incarnerà sino alle estreme conseguenze. Non solo affrontando Drago a rischia della sua vita ma pronunciando un commovente discorso di distensione alla fine dell’incontro.
E se dunque Rocky è l’erede di Apollo è inevitabile che Rocky, giunto infine al tramonto della sua carriera, trasmetta tutto ciò che è ed ha ad Adonis, il figlio di Apollo. Un dono che è soprattutto una restituzione. Un tornare a casa.

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