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Roma, a scuola tutelata la scelta sull’identità di genere

Roma, a scuola tutelata la scelta sull’identità di genereManifestazioni per i diritti a Bologna – Ap

Scuola Il liceo artistico Ripetta di Roma abilita la "Carriera Alias": studenti in transizione di genere potranno modificare il proprio nome nella documentazione scolastica

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 25 febbraio 2021

La scelta dell’identità di genere viene riconosciuta e tutelata dall’istituzione scolastica. Uno scenario che fino a pochi anni fa sembrava improbabile in Italia e che oggi viene delineato dal regolamento d’istituto del liceo artistico romano di via Ripetta. La delibera è del 21 dicembre ma è stata resa pubblica in questi giorni.

Gli studenti e le studentesse che stanno affrontando un percorso di transizione di genere potranno decidere di comparire nei registri elettronici e libretti scolastici con un nome diverso da quello anagrafico. Una novità che segna un passaggio storico nel riconoscimento e nella tutela dei diritti delle persone transgender. Formalmente si chiama «carriera alias» ed è un’opzione già attiva in più della metà delle università pubbliche italiane, la Sapienza di Roma l’ha adottata nel 2018.

La delibera del liceo Ripetta porta questa novità negli istituti superiori, aprendo la strada alla possibilità di estendere la tutela anche ai minori. Non si tratta, in realtà, del primo caso in Italia. Con meno risonanza mediatica già a ottobre la misura era stata adottata all’Istituto tecnico commerciale Cerboni, di Portoferraio. Regolamenti simili sono stati approvati di recente anche dal consiglio d’istituto di Foligno che l’ha varata lo scorso 29 gennaio, al liceo artistico di Latina, nel liceo delle Arti di Trento e Rovereto, e al liceo Siciliani di Lecce.

«Lodevole l’apertura della dirigente scolastica del Ripetta, e anche dell’Asl territoriale che ha premuto per l’approvazione del regolamento. Vogliamo che questo riconoscimento venga esteso a tutti gli istituti superiori del territorio», dice Giorgio Carratta, coordinatore romano della Rete degli studenti medi. «Siamo la generazione che ha più consapevolezza su questi temi. La scuola deve avere un ruolo centrale nel trainare la società tutta verso il riconoscimento e la valorizzazione delle differenze».

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