Sul rally matematico
I bambini ci parlano «Il gruppo è andato bene. Non abbiamo litigato. Prima abbiamo scritto i numeri a caso, poi abbiamo capito che dovevamo cambiare»
I bambini ci parlano «Il gruppo è andato bene. Non abbiamo litigato. Prima abbiamo scritto i numeri a caso, poi abbiamo capito che dovevamo cambiare»
Abbiamo fatto i lavori di gruppo per allenarci al rally matematico. Adesso correggiamo insieme. Noi dovevamo trovare dei numeri con queste cifre, ma i numeri dovevano essere maggiori di 25 e minori di 62 e non potevano essere consecutivi. Perciò ogni numero era di due cifre. Come è andato il lavoro? Il testo diceva un’altra cosa: si poteva usare una carta, cioè una cifra, una sola volta. Siete riusciti?
«No. Perché non abbiamo letto bene le indicazioni e non abbiamo controllato». «Abbiamo lavorato bene». «Prima non capivamo bene alcune parole: compresi e consecutivi. Allora lo abbiamo chiesto alla maestra». «Non abbiamo letto bene le prime parole». «Il gruppo è andato bene. Non abbiamo litigato. Prima abbiamo scritto i numeri a caso, poi abbiamo capito che dovevamo cambiare, ma avete sbagliato».
Altro gruppo che aveva da risolvere lo stesso problema. Cosa avete fatto? Come vi siete organizzati?
«Prima non avevamo capito cosa vuol dire la parola “compresi” e allora abbiamo cercato la parola sul dizionario. Poi abbiamo trovato sul dizionario “consecutivi” e abbiamo capito anche quello: per esempio, 18 e 19 sono consecutivi. Invece 18 e 20 andava bene». Poi abbiamo provato a creare dei numeri che ci chiedeva il problema. Un po’ ci siamo riusciti, ma dopo abbiamo dovuto cancellare perché non riuscivamo a formarne altri, con quelle carte». «Abbiamo capito che avevamo sbagliato perché non riuscivamo a formare dei compresi tra 25 e 62». «Abbiamo scritto prima i 3 per le decine e poi i numeri più grandi per le unità perché non potevamo usare il 9, l8 e il 7 come decine e dopo ci siamo riusciti. Tipo 38, 39, 57 e 60».
Ottimo. Siete stati bravissimi. Ah, però 38 e 39 sono consecutivi! Peccato. Però avete ragionato molto bene. Da furbi. Passiamo al terzo gruppo. Come è andata? Come avete lavorato?
«Così così perché mentre lavoravamo siamo stati bravi, ma dopo avevamo finito e ci siamo messi un po’ a giocare e a fare confusione». «Prima abbiamo letto e poi abbiamo cercato di capire le parole difficili. Poi all’inizio abbiamo scritto tutti i numeri compresi e poi abbiamo cancellato quelli che non andavano bene». «Però non abbiamo trovato i numeri giusti. Non tutti. Ma l’importante è provarci». Adesso passiamo ai gruppi che dovevano risolvere i problemi delle piramidi di mattoni. Ogni mattone doveva essere posato su due mattoni che ne erano la somma.
E bisognava scrivere i numeri mancanti per completare la piramide. Come è andata? Come ha fatto il vostro gruppo?
«Noi abbiamo cominciato dal numero 8 a fare i calcoli. Siamo partiti dal basso. Poi siamo saliti sempre più verso l’alto». «Dopo abbiamo scritto i calcoli che abbiamo fatto per trovare i numeri mancanti perché nel testo c’era scritto di fare così». «Però non abbiamo bisticciato».
Avete ricopiato i calcoli sulla piramide. Il risultato è giusto, ma non avete utilizzato l’esatto procedimento e non avete letto attentamente. Cambiamo gruppo. Voi come siete andati?
«Male. Perché delle volte invece di lavorare volevamo giocare e abbiamo giocato. Però subito abbiamo un po’ lavorato e fatto i calcoli, ma sbagliati». «Noi invece siamo riusciti bene. Però dopo abbiamo fatto una conta per decidere e abbiamo deciso». «Noi siamo partiti da sopra perché avevo vinto a bim-bum-bam e poi abbiamo proseguito». «Io non so come abbiamo fatto a sbagliare, però abbiamo sbagliato».
Comunque ricordatevi che durante le prove di gruppo del rally matematico, anche se non riuscite a fare tutto, non dovete mai lasciare il foglio bianco, ma provarci. Se provate a risolvere il problema, anche se non ci riuscite, ottenete comunque un punto anche se la risoluzione è sbagliata. Vi sembra giusto?
«Beh, sì. Anche perché la fatica di pensare alla soluzione, anche se è sbagliata, noi la facciamo ugualmente». «Anche per me è giusto che anche chi sbaglia ha almeno un punto».
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