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Sul Palazzo di gelato di Bologna

I bambini ci parlano La rubrica settimanale in ascolto della voce dei piccoli. A cura di Giuseppe Caliceti
Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 7 luglio 2022

Vi è piaciuta questa storia di Gianni Rodari? Mi dite cosa e perché?
«Ma perché è bellissimo, è grandioso, è super che ci sia un palazzo veramente di gelato». «Ma era un esempio. Cioè, no, un racconto fantastico». «A me è piaciuta questa storia perché è bella ma anche breve, non ci vuole un’ora per leggerla. E anche se noi facciamo poca fatica, se noi leggiamo facilmente perché sappiamo leggere bene e leggiamo velocemente, può leggerla anche un bambino che non legge ancora benissimo perché non è lunghissima». «io credo che non sia mai esistito un palazzo del genere perché poi il gelato si scioglie e non è come la calce. Dico la calce che è poi il cemento che tiene uniti mattoni per costruire le case o i palazzi. Il gelato dopo non indurisce. Si scioglie. E anche il ghiaccio». «Dipende se c’è freddo. Perché gli eschimesi, allora? Le loro case?» «A me il punto che è piaciuto di più è quello del bambino piccolissimo che si era attaccato a un tavolo e gli legata le zampe del tavolo, cioè le gambe, poi, finché il tavolo crolla e qui inizia il bello ancora di più, perché quando crolla, sopra c’erano dei piatti di cioccolato, di gelato al cioccolato che a lui piacevano ancora di più». «A me piace il gelato alla Fragola più di tutti. E un po’ anche quello verde, il pistacchio». «A me la crema».

«Io ho pensato che forse la storia non è proprio tutta fantastica. Voglio dire, è fantastica, ma forse, al Polo, dove c’è sempre freddo sotto zero, forse ci può essere anche un palazzo così, una cosa così… Cioè, che non sono proprio di gelato come crema di gelato, ma ghiaccioso, gelato freddo, di ghiaccio, che non si scioglie. Perché poi tutto dipende da dove è costruito questo gelato». «No, è fantastico e basta perché io a Bologna ci sono stato e ho visto con i miei occhi che è una città come tutte le altre, col freddo e il caldo come tutte le altre, non come al Polo Nord o al Polo Sud». «Anche io sono stato a Bologna una volta e anche in piazza Maggiore che poi è la piazza più grande che è al centro della città». «A me, invece, il punto che è piaciuto di più è quando quell’uomo che lavorava nel comune come lavora mia mamma, vede che la finestra sta per sciogliersi e allora, per non farla cadere, gli dà una lecitina e i vetri erano di gelato alla fragola». «Però i vetri non sono rossi come una fragola, come un gelato alla fragola». «Ma cosa importa? E’ una favola inventata!» «A me invece è piaciuta la storia del pompiere che corre a prendere la poltrona di pistacchio perché il pistacchio è il mio gusto di gelato preferito. Anche perché poi anche il verde è il mio colore preferito». «Ah, sì, quella della vecchietta».

Sapete cosa sono i braccioli?
«No». « A me sembra che siano dei bracciali». «Dei bracciali? E cosa c’entrano con la poltrona?» «Per me è stata bella tutta la storia, bellissima. Poi mi faceva ridere e mi faceva anche venir voglia di mangiare, proprio di mangiare dei gelati. Non uno, ma tanti». «Io lo so: i porta braccia. Sì, insomma, quello che tu…..Come il trono dei re. Le braccia non ti restano a penzoloni, ma le puoi appoggiare». «Sì, infatti si chiamano poltrone per quello, no? Mi sembra… Senza braccioli mi sembra che sono le sedie, invece tutte le poltrone hanno i braccioli».

Altre cose che vi sono piaciute che non abbiamo detto?
«Se ne possono dire anche due? A me è piaciuto che abbiamo letto questa storia che parla di gelato proprio oggi che c’è caldissimo perché finisce la scuola tra poco e così, a sentire parlare di gelato, si sta più freschi». «Però, qui dentro, c’è ancora troppo caldo. Si vede che non è un’aula. Anche le ventole non vanno bene. La ventola di mezzo poi fa un rumore strano. Per me è meglio che la spegniamo perché potrebbe rompersi e cadere». «A me ha fatto ridere che quel periodo che tutto era fatto di gelato perché poi nessun dottore trovava mai dei bambini che avevano mal di pancia. Anche se tutti i genitori dicono che se mangi troppo gelato e dopo, se ne mangi troppo, va a finire che ti viene il mal di pancia, a Bologna, in questa storia qui, non viene il mal di pancia a nessun bambino». «A me piacerebbe che almeno al Polo provassero a costruire veramente un palazzo fatto tutto di gelato. Per me, anche se il racconto è fantastico, si potrebbe sempre provare…».

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