Sul desiderio più grande che si possa desiderare
I bambini ci parlano La rubrica settimanale a cura di Giuseppe Caliceti
I bambini ci parlano La rubrica settimanale a cura di Giuseppe Caliceti
Mi raccontate con parole vostre la storia che vi ho letto?
«È la storia dei bruchi che si incontrano e iniziano a parlare per sapere quale è per loro il desiderio più bello che si poteva immaginare, che si poteva volere… Allora iniziano a dire tutti il loro desiderio, tutti i bruchi…» «Ma dovevano dire non un desiderio a caso, ma il più grande. Era il più grande desiderio che volevano. Solo uno…» «Allora iniziano a dire tutti i loro desideri. Per esempio c’è una mamma bruca che dice Io vorrei che mia figlia fosse brava a scuola. Oppure Io vorrei che si sposasse con un bruco bello e laborioso e amorevole».
«Vanno avanti a dire tutti i loro desideri. Tutti dicono i loro desideri più grandi. Ma dopo c’è un bruco che dice che per lui il desiderio più grande del mondo era il suo, cioè diventare un uccello e saper volare nel cielo, in basso e in alto, fare le giravolte e così via. Ma di fianco a lui, il bruco che è seduto subito dopo di lui, che parla subito dopo questo bruco, lui dice di no, che il desiderio più bello del mondo non è essere come un uccello, perché per lui è diventare come un fiore…» «Anche per me essere un fiore è più bello che essere un uccello perché poi gli uccelli se volano troppo in alto possono bruciarsi anche le ali con il sole, se ci vanno troppo vicino…»
«No, per me invece è molto meglio essere un uccello invece di un fiore perché il fiore è bello, è vero, ci sono dei fiori bellissimi, però i fiori non hanno le gambe, non possono camminare, devono rimanere tutta la vita sempre nello stesso posto, invece gli uccelli sono sempre in un posto diverso, si possono sempre muovere e cambiare posto, possono sempre volare e andare via, in alto, in basso, vicino, lontano, dove vogliono….»
«Anche a me piacerebbe essere più un uccello invece di un fiore perché forse i fiori sono più belli, è vero, ma essere un uccello e volare è più divertente». «Anche io vorrei essere un uccello».
Vabbe’, andiamo avanti con la storia. Come va avanti? Come finisce?
«Va avanti che loro fanno due gruppi di bruchi, perché c’è un buco che dice che è meglio essere un uccello e un altro gruppo che invece dice che è per loro è meglio essere un fiore e allora si formano questi due gruppi».
«Un gruppo dice che il desiderio più grande del mondo è essere un uccello e l’altro gruppo che il desiderio più grande che si può desiderare, invece, era essere un fiore. E alla fine cosa succede? Cosa succede? Alla fine va a finire che bisticciano».«Perché prima erano tutti diversi, con dei desideri diversi, ognuno aveva il suo desiderio». «No, invece bisticciavano ugualmente» «Dopo si sono bisticciati e preso a pugni e con i bastoni e hanno fatto a botte e hanno fatto anche la guerra».
«Si, dopo è scoppiata proprio la guerra. Perché le guerre nascono così. Sono sempre così: prima sono dei dispetti, dopo diventano delle guerre». «Secondo me le guerre sono i dispetti dei grandi, invece quelli dei bambini sono più piccoli e non diventano mai delle guerre». «Io però non ho capito come fanno i bruchi a prendersi a botte con i bastoni o con i cazzotti che loro poi non hanno neppure le braccia, neppure le mani….»
Mi spiegate come finisce? E se avete capito perché?
«Finisce che dopo scende la notte e viene buio e tutti i bruchi si addormentano e alla mattina, quando si svegliano…. Sorpresa!» «Si sono trasformati in farfalle!» «Bellissimo!» «Anche a me è piaciuto!» «Io lo so perché! Perché le farfalle sono come… Sono un po’ come i fiori perché sono colorate, hanno le ali come petali, però sanno volare, non stanno sempre ferme come i fiori, perciò sono un po’ anche come uccelli».
«È vero! Bellissimo!» «È vero! Anche io non lo avevo capito!» «Vuol dire che loro dopo erano diventati quello che volevano!» «No, non quello che volevano solo uno, solo un gruppo, ma che volevano tutti!» «E’ vero! Dei fiori volanti! Bellissimo!» «Maestro, ce ne racconti un’altra di queste storie bellissime?»
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