Forse un disco così, La terza estate dell’amore di Cosmo, in Italia non c’è mai stato, o comunque è molto tempo che suoni di questo tipo; testi così ludici eppure penetranti, impegnati come solo il gioco può essere; e una tale mistione di generi modulata nel totale gioioso deliquio di riscoprirsi a respirare sul cuor della terra, in carne e ossa; è molto tempo che non si sentivano, che non nascevano nel panorama un po’ stantio – anzi proprio decrepito – del pop e dell’indie italiani. CERTO, concentrandosi soprattutto sul precipitato elettronico, la mente va ai Subsonica e all’appendice dei...