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Sui tre asinelli

I bambini ci parlano Una giornata passata al mauriziano con i tre asinelli che però erano asinelle: Libera, Giada e Gradisca

Pubblicato circa 6 anni faEdizione del 20 settembre 2018

Vi è piaciuta la giornata passata al mauriziano con i tre asinelli? “Sì, bellissima! Però non erano asinelli, erano asinelle”. “Si chiamavano Libera, Giada e Gradisca. Però Gradisca era la più simpatica perchè era la più buona”. “Per me erano tutte buone perchè si facevano fare tutto da noi. Si facevano accarezzare con le spazzole e senza spazzole. Però non dovevamo picchiare troppo forte altrimenti veniva la polvere e non doveva venire via la polvere dalla pelle, dal pelo delle asinelle, perchè loro, ci ha detto la maestra degli asini, ci ha detto che si proteggevano dagli insetti e dalle mosche, con quella polvere…”

“Non era una polvere, era come una sabbia. Ce ne era tantissima. Per me erano anche un po’ sporchi”. “Ma non è vero, la polvere serviva per essere più pulite, per proteggersi dagli insetti, ce lo ha detto Eugenia”. “Per me Eugenia era simpaticissima perchè poi si vedeva bene che lei ci stava bene con gli asini, che li conosceva bene”. “Lei e Massimo, il suo amico, hanno tredici asini. Però lei a noi ne ha portati solo un po’, solo tre asini, anzi, tre asinelle, perchè poi non aveva posto nel vagone per portarlo. Era un vagone da trasportare con la sua auto, non con il treno. Ci stavano proprio tre asini”. “Io mi ricordo la prima volta che abbiamo visto le tre asine e io ero felicissimo perchè non avevo mai visto un asino vivo in vita mia e neppure un’asina viva, solo nei cartoni o in un film”. “A me gli asini erano molto simpatici, soprattutto le orecchie. Erano bellissime. Era molto bello, per me, accarezzarle le loro orecchie perchè a loro faceva piacere se le accarezzavo, me lo ha detto anche Eugenia”.

Noi abbiamo incontrato i tre asini al Mauriziano, dove li aveva portati Eugenia, la nostra guida. Mi spiegate cosa è il Mauriziano?
“E’ un posto di Reggio. In campagna”. “E’ la casa di un poeta che si chiamava Gabriele Ariosto”. “No, Ludovico Ariosto. Che ha scritto la storia dell’Orlando innamorato e dell’Orlando furioso, che sono due storie”. “Era la sua casa, il Mauriziano. Una casa vecchia, ma è normale… Perchè lui adesso è morto. Era vivo 500 o 600 anni fa. Era vissuto nel passato remoto lì a Reggio”. “Noi ci abbiamo messo quasi un’ora ad arrivare in tram fino a Reggio, fino al Mauriziano”. “E’ stato bello viaggiare in tram, però non c’era neppure un altro italiano tranne noi, sul tram. E anche noi, a dire la verità, siamo una classe con solo un po’ di italiani ma anche degli stranieri”. “Però l’autista era italiano”. “Era di Napoli”. “L’autista era italiano, ma tutte le altre persone che erano sul tram erano neri o erano delle donne arabe con le carrozzine e i passeggini per i loro figli piccoli”. “C’era anche una ragazza araba di quindici o sedici anni, per me”.

“A me è piaciuto perchè mentre viaggio mi piace guardare dal finestrino”. “Però io sono stato anche a un centro commerciale che si chiama Ariosto, se mi ricordo bene. E’ sempre a Reggio, mi pare”. “C’era anche un controllore che ha sgridato le mamme arabe perchè loro erano sul tram sul passeggino e non potevano perchè avevano un passeggino che si chiudeva, non di quelli che restano sempre aperti, allora non potevano starci col passeggino e il bambino dentro perchè se l’autobus frenava e c’era una frenata si poteva chiudere il passeggino e il bambino si poteva fare male”. A parte il viaggio in tra, mi parlate dell’uscita? Di quello che abbiamo fatto?

“Noi abbiamo fatto una passeggiata lunghissima in mezzo al bosco con gli asini e ogni tanto uno di noi saliva sui tre asini, tre di noi salivano e dopo scendevano e ne salivano altri tre”. “Io ho visto che agli asini non dava fastidio se ci portavano perchè noi secondo me siamo leggeri e loro sono molto forti anche se erano delle femmine”. “A me la sella di Gradisca sembrava quella di un cavallo, era l’asina più alta e anche la più bella”. “Io all’inizio avevo paura e dopo invece mi sono tranquillizzato perchè anche se non c’ero mai stato, a cavallo sopra un asino, ho visto che loro non si impennavano ed erano calmi”. “A me piaceva tirare gli asini con la corda e guidarli”.

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