“Subito meno tasse sul lavoro”
Sindacati Cgil, Cisl e Uil: utilizzare per il cuneo le risorse recuperate da evasione e spending. Presidi in tutta Italia. Il governo si impegna: «Emendamenti ad hoc». Spuntano la «web tax» e quella sui calciatori
Sindacati Cgil, Cisl e Uil: utilizzare per il cuneo le risorse recuperate da evasione e spending. Presidi in tutta Italia. Il governo si impegna: «Emendamenti ad hoc». Spuntano la «web tax» e quella sui calciatori
Le piazze questa settimana sono state protagoniste della cronaca: ieri è toccato a Cgil, Cisl e Uil, che dopo i forconi e i metalmeccanici della Fiom hanno voluto dire la loro. Obiettivo: cambiare la legge di stabilità. In buona sostanza – nel complesso di una piattaforma abbastanza articolata – ottenere il massimo sgravio possibile sulle buste paga grazie al meccanismo del cuneo. Che se è già in qualche modo una realtà, per il momento assicura pochino ai beneficiati: certo non abbastanza per rilanciare i consumi.
Il tema delle tasse è in questo momento il più caldo, agitato dai forconi, dai grillini, dal centrodestra, caro anche ai renziani. E quindi i confederali, appannati dalle critiche e dagli attacchi (anche da veri e propri assalti alle sedi, nel caso dei forconi), non vogliono perdere terreno. Il segretario della Cisl Raffaele Bonanni l’ha detto chiaro: «Il problema più urgente in questo momento è quello di abbassare le tasse sul lavoro: e a questo fine devono essere indirizzate le risorse della lotta all’evasione e della spending review».
Da Montecitorio a tante città di Nord, Centro e Sud è stato quindi un fiorire di presidi.
Il governo, dal canto suo, pare aver accolto gli input sindacali: il sottosegretario Pierpaolo Baretta ha spiegato che l’esecutivo ha fatto suo l’emendamento Bobba, detto anche «del cuneo-spending», in cui si dispone appunto che le risorse realizzate con la lotta all’evasione e la spending review siano indirizzate ad abbassare le tasse su buste paga e pensioni. Ma ovviamente fino a che non verrà approvata definitivamente la finanziaria, siamo sempre nell’ottica del possibile. Questo punto, peraltro, piace meno al ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, che invece vorrebbe utilizzare i miliardi freschi ottenuti piuttosto per abbassare il debito pubblico.
Forti critiche alla legge di stabilità sono venute anche dalla Cgil, che già due giorni fa aveva attaccato il «Destinazione Italia», decreto governativo con sgravi per imprese e famiglie, definito «un’aspirina che non cura un infarto». Per la segretaria Susanna Camusso, «non si realizza lo choc che serve all’economia, è una legge in continuità con quelle degli anni passati, che non hanno invertito il corso della recessione». Insomma, i sindacati chiedono misure per la crescita: innanzitutto una solida detassazione per i salari dei dipendenti e gli assegni dei pensionati, ma tale da lasciare somme non ridicole in tasca agli interessati; investimenti e politiche industriali, per rilanciare l’occupazione; la rivalutazione al 100% delle pensioni fino a sei volte il minimo; la tutela di tutti gli esodati; il rifinanziamento della cassa integrazione.
Quanto alle pensioni, anzi, ieri in serata è arrivato l’annuncio che gli assegni tra 1.500 e 2.000 euro lordi saranno rivalutati al 95%. Con un emendamento del Pd è stata elevata la quota di indicizzazione, fissata dalla normativa attuale al 90%, per le prestazioni tra tre volte il minimo e quattro volte il minimo: ovviamente anche in questo caso, si dovrà attendere l’approvazione definitiva della legge.
In mattinata i confederali e la Confindustria avevano incontrato il viceministro all’Economia Stefano Fassina, facendo il punto proprio sul tema della riduzione delle tasse sul lavoro. Ieri i lavori della Commissione Bilancio della Camera si sono interrotti per recepire gli emendamenti del governo, e si riapriranno questa sera alle 21, dopo l’assemblea nazionale del Pd. Si parla di quello, già citato, sul fondo per la riduzione del cuneo fiscale, ma poi dovrebbero essercene anche su esodati, spiagge, stadi, scuola, lavoratori socialmente utili e dissesto idrogeologico. La legge deve essere approvata entro il 31 dicembre, ed è probabile che, come è già accaduto in Senato, anche alla Camera si porrà la fiducia.
Intanto, dal lavoro sugli emendamenti, sono emerse nuove misure: innanzitutto la cosiddetta «web tax», norma secondo cui aziende come Google, che hanno sedi all’estero ma che operano anche in Italia (si pensi al largo uso che tutti facciamo del suo motore di ricerca, e dei relativi incassi pubblicitari grazie a inserzioni di aziende italiane), debbano aprire partita Iva nel nostro Paese e pagare i tributi al fisco. In realtà questa misura è già stata bollata da molti come «propagandistica», perché sul tema ha una sua precisa linea, e una serie di provvedimenti allo studio, l’Unione europea, e si pensa quindi che molto probabilmente verrà bocciata a Bruxelles.
La Commissione Bilancio ha anche dato il via libera a una norma antievasione del Pd per le transazioni che riguardano gli atleti professionisti, dunque soprattutto i calciatori, a cui di solito vanno i compensi più elevati. La misura prevede di tassare al 15% gli importi provenienti dalle compravendite.
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