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Su Mostrischio, i pericoli e i bravi genitori

I bambini ci parlano La rubrica settimanale a cura di Giuseppe Caliceti

Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 18 maggio 2017

Adesso che avete letto la lettera che vi ho fatto attaccare sul quadernone, guardiamo cosa avete capito. Intanto ditemi chi sono il mittente e il destinatario. Ricordate cosa sono?

«Il mittente è quello che scrive. Il destinatario è quello che riceve la lettera». «Il mittente siete voi, imaestri della classe». «Il destinatario invece sono i nostri genitori. I genitori degli alunni».

Cosa c’è scritto?

«È la lettera di Mostrischio». «Parla di un progetto che si chiama A caccia di Mostrischio». «Dice che ci sono dei genitori che vengono a scuola quattro volte, al pomeriggio, per farci questo progetto». «Io so chi sono: il padre di S. e mia mamma». «Nella lettera c’è scritto che questo progetto è stato inventato da un genitore di uno studente della nostra scuola e poi è diventato un progetto famoso in tutta Italia. In tutte le scuole d’Italia». «Mostrischio è come Rischio». «Io ho capito che sono delle lezioni dove però… Insomma, ci fanno lezione i nostri genitori, non il maestro e la maestra». «Loro vengono per quattro pomeriggi. Alle 14. Dopo la mensa.Quando finisce l’interscuola e riprendono le lezioni di scuola». «Che bello!» «Per me saranno delle lezioni molto interessanti e divertenti».

Ma di cosa parla questo progetto? Cosa vengono a scuola a fare i due genitori?

«Io non ho capito bene». «Mi pare dei pericoli». «Riguarda…. Non lo so». «A me sembra che si parla della sicurezza. Cioè di quello che si deve fare… Anzi, quello che non si deve fare per non essere in pericolo». «Sì, la sicurezza. Tipo non andare in bagno quando le bidelle hanno appena lavato il pavimento. Infatti ci mettono sempre un cartello con scritto di non andarci finché il bagnato si asciuga e il pavimento del bagno, il pavimento che hanno lavato, non è più scivoloso. Perché se è bagnato puoi scivolare e ti puoi fare molto male e andare anche all’ospedale, se ti rompi una gamba».

Bravi, il tema è proprio quello della sicurezza. A scuola ma anche a casa. Vi faccio un’altra domanda: cosa vuol dire quando nella lettera si dice che «il principale modello comportamentale di riferimento dei bambini a questa età sono i propri genitori»? Lo so, è un po’ difficile, ma siete stati voi a voler leggere e capire questa lettera che noi maestri abbiamo indirizzato ai vostri genitori…

«Vuol dire…. Non lo so». «Secondo me vuol dire che i genitori si devono impegnare, non solo i figli». «Vuol dire che i bambini imitano i genitori, imitano i nonni, imitano i grandi. E se i grandi passano al semaforo col rosso in automobile, dopo anche i bambini passano in bicicletta col rosso e insomma, ci sono sempre più incidenti, più feriti, più morti». «Vuol dire che i genitori devono dare il buon esempio perché i loro figli dopo li copiano. E se loro si comportano male, dopo anche i loro figli, anche i figli di quei genitori, dopo, da piccoli e da grandi, dopo si comportano male anche loro, sono maleducati, sono….». «Per me vuol dire che i genitori devono stare attenti a quello che fanno perché i figli li guardano sempre e non sono scemi. Se per caso fanno delle cose sbagliate, loro non dicono niente perché sono piccoli, è vero, però se ne accorgono ugualmente se quelle cose che fanno i loro genitori sono belle o brutte, sono giuste o sbagliate». «Per me vuol dire che i bambini sono copioni, ma non è colpa loro, è perché devono imparare e allora copiano per quello. Non devono offendersi se i loro figli li copiano un po’ ». «Questa frase vuol dire che se i genitori si comportano bene, cioè sono dei bravi genitori, dopo anche i loro figli sono dei buoni figli. Perché se non lo sono, dopo non sembrano neppure i figli di quei genitori». «Vuol dire che bisogna sempre stare attenti a quello che si fa per non trovarsi in pericolo. Perché al mondo ci sono molti pericoli»

Ma avete capito chi è Mostrischio?

«Io credo che è un’invenzione». «Sono i pericoli». «Il mostro dei pericoli?» «Io spero ce lo diranno».

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