Rubriche

Su causa ed effetto

I bambini ci parlano La rubrica settimanale di Giuseppe Caliceti

Pubblicato quasi 9 anni faEdizione del 19 novembre 2015

Abbiamo visto che ogni fatto è provocato da una causa, cioè da un altro fatto che lo fa accadere. E che ogni causa è seguita da un effetto. Mi fate degli esempi?

«Se per esempio un bambino mangia una banana e butta la buccia di banana sulla strada invece che nel cestino, se dopo passa un uomo che mette il piede sulla buccia di banana, lui cade perché scivola, perché la buccia di banana è scivolosa e lo fa cadere». «Se un bambino tira male un calcio alla palla, la palla va contro una finestra e rompe il vetro della finestra». «Se un signore butta la sigaretta senza spegnerla in mezzo a un bosco di fogli secche, dopo le foglie si incendiano». «Se ci sono le nuvole, dopo piove. Se le nuvole sono nere, però, non sono bianche. Se sono bianche, per me non piove». «Se il giocatore fa gol, la sua squadra vince». «Se esco di casa senza ombrello quando piove, dopo mi bagno e mi ammalo». «Se non faccio i compiti, dopo prendo un brutto voto e i miei genitori mi danno una punizione». «Una causa è un motivo per cui succede quella cosa lì. Come un fulmine, per esempio. Se una casa si incendia è perché c’era un temporale, mettiamo, che un fulmine è andato contro il tetto della casa e l’ho ha incendiato, ha incendiato tutta la casa. Allora il fulmine è la causa. E l’incendio è l’effetto. Perché se non c’era il fulmine, non si incendiava neppure la casa». «Se per esempio un bambino non vuole giocare con i suoi amici, è perché magari loro lo hanno preso in giro, per quella causa lì, la presa in giro. Il motivo è poi uguale alla causa. La causa è come il perché. Perché se non lo prendevano in giro, lui, poi, giocava tranquillamente insieme a loro a palla per tutta la ricreazione come aveva fatto in tutti gli altri giorni di scuola».

Vanno bene tutti gli esempi, però abbiamo studiato che bisogna usare le parole giuste: perché e perciò. Quando la frase va dalla causa all’effetto usiamo perciò. Quando invece la frase va dall’effetto alla causa usiamo perché. Chi mi fa degli esempi usando le parole giuste?

«Il bambino ha calciato male il pallone perché ha rotto il vetro. Anzi, no: il bambino ha calciato male il pallone perciò ha rotto il vetro della finestra». «Il bambino non ha fatto i compiti perciò la maestra gli ha dato un brutto voto». «La bambina cade, allora piange. Cioè, la bambina è caduta e allora piange. Cioè, la bambina piange perché è caduta». «L’automobilista sta andando con la sua macchina troppo veloce, perciò il vigile lo ferma e gli fa una multa. Oppure: Il vigile ha fermato l’automobilista e la sua macchina e gli ha fatto una multa perché lui, l’automobilista, andava troppo veloce con la sua auto». «I bambini piangono perché la mamma li ha picchiati. Oppure: la mamma ha picchiato i bambini perché pian… No, no… La mamma ha picchiato i bambini e li ha fatti piangere perché loro non hanno fatto i compiti». «Roberto, un bambino, è caduto dalla sua bicicletta e si è fatto male perché… Perché lui voleva sempre andare in bicicletta senza mani e alla fine è caduto e si è fatto male». «Il padrone dà un osso al suo cane perché il suo cane è stato bravo a fare la passeggiata. Oppure: il cane è stato bravo a fare la passeggiata perciò il suo padrone per premio gli ha dato un osso da leccare e da mangiare. Se invece non era bravo, il padrone non glielo dava». «Il cane piange perché un bambino gli ha rubato l’osso. Oppure: un bambino ha rubato l’osso al suo cane perciò il suo cane piange». «Il campanello è suonato perciò la ragazza apre la porta. Oppure: la ragazza apre la porta di casa perché il campanello è suonato. Infatti è arrivato il postino a portarle una lettera del suo innamorato». « Luca esce con l’ombrello perciò piove. Anzi, no, ho sbagliato. Luca esce di casa con l’ombrello perché piove. Altrimenti usciva senza ombrello». «In casa fa caldo perciò apro la finestra». «Posso giocare se ho finito i compiti».

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