Visioni

Strutture e improvvisazioni, omaggio a Bernstein

Strutture e improvvisazioni, omaggio a BernsteinGabriele Coen

Note sparse Gabriele Coen ha centrato in pieno il suo tributo al grande compositore. Nel disco brani noti estratti da «West Side Story»

Pubblicato quasi 4 anni faEdizione del 20 gennaio 2021

Album che non passa «inascoltato» e non si consuma sentendolo: Gabriele Coen ha centrato in pieno il suo tributo a Leonard Bernstein. Del resto, come spiega il musicologo Stefano Zenni nelle note di copertina, sono importanti gli «elementi armonici e ritmici al centro del grande progetto di ‘musica americana’ che attraversa tutta l’opera» di Lenny. Coen (sopranista, clarinettista, compositore) vanta una trentennale carriera tra jazz e musica etnica, dai KlezRoym ad Atlante Sonoro, dai soundtrack per Emanuele Crialese ai recenti omaggi a Kurt Weill e John Zorn (produttore di due album del jazzista italiano). Nel cd c’è spazio per brani molto noti, tratti dal capolavoro West Side Story (1957), come per un repertorio meno conosciuto e di chiara ispirazione ebraica. Le scelte vincenti riguardano gli arrangiamenti particolari di Andrea Avena, un organico con musicisti di diversa estrazione – tra classica e jazz – nonché l’equilibrio fra strutture e improvvisazione. Così Gabriele Coen, Benny Penazzi (violoncello), Alessandro Gwis (piano e live electronics), Danilo Gallo (basso e contrabbasso) e Zeno de Rossi (batteria) firmano un riuscito disco di grande levatura e ispirazione.

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