Europa

Stretta sui minori non accompagnati, trovato l’accordo

Germania In discussione domani al Bundestag il «pacchetto Asilo 2». Verdi spaccati, "Una soluzione inaccettabile" per la Linke

Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 24 febbraio 2016

Stop ai ricongiungimenti familiari per due anni, respingimenti automatici verso i «Paesi sicuri» e costi di integrazione a carico dei migranti. È l’impianto legislativo del «pacchetto Asilo 2» in discussione domani al Bundestag, epilogo dell’accordo politico nella Grande coalizione che ritrova l’armonia sulla stretta dei diritti dei minori non accompagnati.

«Una legge ragionevole» riassume il ministro della giustizia Heiko Maas (Spd) e «il primo passo per diminuire l’arrivo di nuovi profughi in Germania» aggiunge il ministro degli interni Thomas De Maizière (Cdu).

«Una soluzione inaccettabile» tuona la Linke che alza compatta le barricate, al contrario dei Verdi che criticano il governo ma sulla norma risultano spaccati. In ogni caso il tempo di riflessioni, trattative e mediazioni è scaduto.

Domattina alle 9 inizia il dibattito in Parlamento dei due disegni di legge promossi da Cdu-Csu e Spd. Oggetto dei provvedimenti in votazione: «procedure accelerate di asilo» e «misure per facilitare l’espulsione di stranieri delinquenti e l’esclusione dallo status di rifugiato per i condannati». Sono il cardine giuridico dell’Asylpaket 2 con cui la Koalition prova a risolvere l’emergenza-profughi aggirando il «tabù» della chiusura delle frontiere come in Austria e Ungheria.

Nel pacchetto spicca la norma che sospende i ricongiungimenti familiari per i profughi nei primi 24 mesi di permanenza in Germania, e riscrive de facto la «protezione sussidiaria» ora garantita oltre la Convenzione di Ginevra e la Legge fondamentale, equivalente della Costituzione.

 

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È questo il nucleo del patto di governo che la cancelliera Angela Merkel ha inseguito fin da novembre e chiuso a fine gennaio: tre mesi di divergenze e liti con il leader Spd Sigmar Gabriel e il presidente Csu Horst Seehofer prima della convergenza grazie ai pontieri De Maiziére e Maas proprio sul blocco pluriennale dei ricongiungimenti familiari. Un punto indigeribile per la Sinistra.

«Respingiamo la nuova legge perché non risolve l’emergenza ma contiene un sacco di carburante per la destra. Dichiarare il Marocco Paese sicuro è irresponsabile e forse anticostituzionale» precisa Bernd Riexinger, co-presidente della Linke, che se la prende anche con i Verdi sempre più divisi: «Se volessero i Grünen potrebbero bloccare la legge quando arriverà in Consiglio federale (Bundesrat) invece di guadagnarsi il favore della Cdu come in Baden-Württemberg».

Frecciata diretta a Winfried Kretschmann governatore del Land ed eminenza grigia della corrente «realista» degli ecologisti che ha dato il placet al pacchetto del governo. Contro il falco Verde la sinistra del partito, tra cui l’ex capogruppo Jürgen Trittin che annuncia: «I Grünen voteranno contro le misure al Bundesrat» cioé contro Kretschmann. «Nel partito non siamo tutti d’accordo: sulla legge stiamo ancora discutendo» smorza Luise Amtsberg, delegata dei Verdi nella commissione parlamentare che ha squadernato l’Asylpaket 2, ammettendo tuttavia di «non vedere buoni motivi per approvare una norma che peggiora la situazione e battezza come sicuri Paesi in cui secondo Amnesty International si pratica la tortura». Eppure solo così – insiste il governo – si «scoraggiano» i 5 mila profughi che premono ogni giorno ai confini della Bundesrepublik e si riduce la massa di migranti destinata ad aumentare dopo la chiusura della frontiera austriaca.

Il rimpatrio di chi proviene da un «Paese sicuro» diventa «automatico» mentre la lista degli Stati certificati è allargata ad Algeria, Marocco e Tunisia.

Giro di vite anche sulla libertà di movimento: spostamenti fuori dai centri-profughi proibiti agli «ospiti» e sospensione immediata dell’asilo in caso di violazione. Il pacchetto di legge prevede infine che i rifugiati paghino di tasca propria i corsi di integrazione linguistico-culturali (10 euro al mese).

Fuori dal Bundestag protesta Aman Mayzek, presidente del Consiglio centrale dei musulmani tedeschi, ricordando che «i genitori sono un fattore protettivo: deve essere data la possibilità ai minori di raggiungere la propria famiglia».

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