La street art racconta la pandemia
«Quarantine», di Mgr Mors, Nowy Sacz, Polonia
Alias

La street art racconta la pandemia

Il libro Xavier Tapies, dopo il volume dedicato a Banksy, racconta gli artisti che hanno riempito i muri per raccontare la primavera trascorsa in quarantena, il virus, i lutti, le paure
Pubblicato quasi 4 anni faEdizione del 3 ottobre 2020
La pietra, il cemento, i mattoni di un muro sono la tela su cui dipinge la Street Art. Condomini smisurati, fabbriche dismesse, sottopassi, pilastri delle tangenziali, i luoghi dove ‘espone’. È lì, nella dimensione fantasma delle periferie, che l’arte urbana esprime tutta la forza dei suoi messaggi, usando le forme e i colori dell’ironia, della provocazione, dell’assurdo, della fantasia mai troppo lontana, però, dalla realtà. Lo ha fatto una volta di più quando è apparso chiaro che il Covid19, la pandemia, non sarebbe stata emergenza di pochi mesi, e che una catastrofe di tali proporzioni andava generando atteggiamenti e reazioni...
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