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Strategia del cuore pensante

Strategia del cuore pensante

Finestre di Orosia Qui al cohousing si festeggia con cachi e castagne l’incontro per la giornata contro la violenza sulle donne del 25 Novembre...

Pubblicato quasi 2 anni faEdizione del 17 dicembre 2022

Qui al cohousing si festeggia con cachi e castagne l’incontro per la giornata contro la violenza sulle donne del 25 Novembre. Ester, Alice e Viola, giovanissime, raccontano la partecipazione a Roma alla Manifestazione organizzata dal Collettivo Femminista «Non Una Di Meno». Tanta gente, cartelli, slogan: «donna, vita, Libertà» come canto dell’Iran per Mahsa Amini. Grido di lotta contro ogni forma di violenza, la guerra in Ucraina, lo sfruttamento nell’immigrazione. Licia, capelli bianchi, ricorda al gruppo alcune tappe del femminismo in Italia e soprattutto l’importanza del pensiero delle donne, sviluppato con scritti, corsi e studi sul pensiero di genere, ma le giovani sembrano più interessate all’«azione», per far valere i diritti. Licia le mette in guardia. I diritti, fondamentali, sono ancora inscritti in una logica maschile. Evidenzia come la visione delle donne presentata dai mass media rifletta una concezione del femminismo inteso solo come rivendicazione della parità tra sessi. Tutto ciò è molto distante dall’esperienza quotidiana delle donne e da una indipendenza basata su autodeterminazione consapevole. Smirna porta un libro: «Cuori pensanti. 5 brevi lezioni di filosofia per tempi difficili» MI 2020, di Laura Boella, filosofa, che riattualizza il saggio del 1998. Boella scrive su vita e pensiero di cinque donne filosofe e scrittrici: Edith Stein, (Teresa Benedetta della Croce), Simone Weil, Esther Hillesum, detta Hetty, Hanna Arendt, Maria Zambrano. Sono donne vissute nelle tragedie storiche e politiche del ‘900, segnate dal totalitarismo, dalla persecuzione antisemita e dall’esilio.

«Cuori pensanti» sono parole scritte nel ’41, da Hillesum, in uno dei suoi 11 quaderni. Nella baracca del campo di transito per Auschwitz, dove muore a 29 anni, Etty, sentendo la disperazione delle donne che dicono di non volere pensare o avere emozioni, si assume il compito di diventare il «cuore pensante della baracca», anzi del campo. Il pensiero e la vita di queste cinque donne, in modo diverso, si intreccia: un pensiero che nasce e si manifesta non nella teoria, ma nella esperienza, in ciò che facciamo e come ci muoviamo nel mondo. Queste donne sono «cuori pensanti», dove cuore è funzione del sentire come apertura verso il mondo e non del sentimento come stato d’animo. Insegnano la ricerca del punto di contatto tra sé ed il mondo e dell’agire consapevole, l’apatia e l’indifferenza come rischio morale, l’immaginazione per contrastare la logica della violenza, la tenacia nel voler portare fuori da luoghi di violenza e di male, non solo la testimonianza, ma anche pensieri nuovi. Smirna legge pagine del libro. Ora c’è silenzio. Il silenzio di cuori che sentono e pensano a tutto questo, così ancora attuale in un autunno di tanti e tanti anni dopo.

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