Strasburgo punta sull’economia del riciclo dei rifiuti
Ecologia L'Europarlamento con un voto all'unanimità ha fissato l'obiettivo di un aumento al 70% dei rifiuti urbani riciclati entro il 2030. Legambiente si complimenta: "Questa è l'Europa che ci piace"
Ecologia L'Europarlamento con un voto all'unanimità ha fissato l'obiettivo di un aumento al 70% dei rifiuti urbani riciclati entro il 2030. Legambiente si complimenta: "Questa è l'Europa che ci piace"
Tredici anni volano per cui l’obiettivo fissato sembra quasi irraggiungibile. L’impegno però è stato preso. L’Europarlamento di Strasburgo ieri ha confermato a larga maggioranza il rapporto della Commissione ambiente che prevede l’aumento al 70% di rifiuti urbani riciclati entro il 2030 (contro il 65% chiesto da Bruxelles) e all’80% per gli imballaggi (contro il 75%). L’assemblea ha anche fissato la riduzione al 5% dei rifiuti in discarica (ma è prevista una proroga di 5 anni per quegli stati membri che nel 2013 smaltivano ancora in discarica il 65% dei rifiuti). Gli eurodeputati hanno anche fissato una riduzione del 50% dei rifiuti alimentari (nell’Ue sono 89 milioni di tonnellate, 180 kg pro-capite annui).
Esulta la relatrice Simona Bonafé (Pd): “Oggi il parlamento ha dimostrato che crede nella transizione verso un’economia circolare. Abbiamo deciso di ripristinare obiettivi ambiziosi per il riciclaggio e la discarica, in linea con quanto la Commissione aveva inizialmente proposto nel 2014”.
Nel 2014 il 44% di tutti i rifiuti urbani dell’Ue era riciclato o compostato (era il 31% dieci anni prima). Naturalmente anche sulla questione rifiuti l’Unione europea procede in maniera sparsa e disunita: nel 2014 Austria, Belgio, Danimarca, Germania, Paesi Bassi e Svezia non hanno inviato rifiuti in discarica, mentre Cipro, Croazia, Grecia, Lettonia e Malta smaltivano in discarica più di tre quarti dei propri rifiuti urbani.
Per Legambiente si tratta di “un ulteriore passo verso un’ambiziosa riforma della politica europea dei rifiuti” che “apre la strada verso una politica europea finalmente in grado di trasformare l’emergenza rifiuti in una grande opportunità economica e occupazionale”. Secondo l’associazione, il raggiungimento degli obiettivi potrebbe coincidere con la creazione di 580 mila posti di lavoro e con un risparmio di 72 miliardi di euro all’anno grazie ad un uso più efficiente delle risorse. “Questa è l’Europa che ci piace – dice la presidente Rossella Muroni – un’Europa capace di indicare una strategia moderna e sostenibile per uscire dalla crisi puntando su innovazione e coinvolgimento sinergico tra cittadini, istituzioni ed economia”.
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