Strane amiche di una commedia virata sul noir
Al cinema Una vlogger «per mamme» e una vamp misteriosa sono le protagoniste di «Un piccolo favore» di Paul Feig
Al cinema Una vlogger «per mamme» e una vamp misteriosa sono le protagoniste di «Un piccolo favore» di Paul Feig
Con alle spalle Le amiche della sposa, due grossi successi con Melissa McCarthy (Corpi da reato e Spy) e il molto meno riuscito Ghostbusters al femminile, Paul Feig non è un George Cukor del terzo millennio, ma ha dimostrato un’apprezzabile capacità nella direzione delle attrici, buon istinto per la comicità fisica e un tocco light che nobilita anche le gag più iperboliche, volgari o potenzialmente umilianti (l’acquisto degli abiti da sposa di Le amiche della sposa, certi tour de force di McCarthy…). Quello stesso tocco arricchisce Un piccolo favore, un ibrido di commedia e noir con Anna Kendrick e Blake Lively; e – a sorpresa- un piccolo successo critico in Usa.
CLOUZOT (I diabolici), Le catene della colpa e i thriller anni novanta alla Inserzione pericolosa coesistono con The Women e Big Little Lies in questa storia dell’improbabile amicizia tra Stephanie (Kendrick) e Emily (Lively). In una cittadina un po’ ingessata del Connecticut – dove tra andare a prendere i figli alle elementari e sedersi in un cesto di vipere c’è poca differenza – le due donne non potrebbero essere più diverse.
VEDOVA giovanissima, rigida come una scopa, con un sorriso così fisso che sfiora il panico, Stephanie, per scacciare la sua incredibile solitudine, passa le giornate a predicare ricette gastronomiche e virtù domestica in un video blog per «mamme», che usa un po’ come diario – suscitando lo scherno totale dei pochissimi followers, dato che nella sua vita non succede niente. Le cose cambiano il giorno che Emily si materializza davanti alla scuola – un’apparizione in tailleur gessato e fedora, esile come un fuscello, i suoi movimenti una coreografia di curve magiche, l’opposto di quelli spigolosi dell’altra. Intorno a lei, tipo una nuvola di profumo pregiato, aleggia un’aria di mistero. Come ha scritto Manohla Dargis sul «New York Times», l’effetto vamp sulla mamma blogger ricorda quella di Barbara Stanwyck su Fred McMurray in La fiamma del peccato.
Le due iniziano a frequentarsi con Emily – sempre impegnatissima – che scarica volentieri suo figlio alla più giudiziosa nuova amica. Tra una play date e l’altra fioriscono le confidenze, annaffiate dai martini extra strong in cui Emily sembra specializzata. Stiamo appena scoprendo che il passato di Stephanie è meno Spic e Span di quanto previsto, che Emily sparisce nel nulla lasciando alle cure di Stephanie il figlio ma anche il marito, una ex promessa letteraria.
IL CADAVERE della bionda mamma snaturata emerge ben presto da un lago del Michigan, e inizia l’andirivieni dei detective. Con Stephanie che scopre in sé un’inattesa vocazione Nancy Drew e ritrova la gioia del sesso, mentre gli indici di gradimento del suo blog subiscono un’impennata, Un piccolo favore inizia ad avvitarsi in una serie di colpi di scena – più o meno mal scritti e necessari. La seconda parte del film è quella più banale, piena di cliché. Ma l’arco di formazione di Stephanie – spesso messo in scena dietro al tavolo della cucina che fa da set al suo blog – regge il tutto.
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