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Stragi di balene, ridurre la velocità delle navi

Stragi di balene, ridurre la velocità delle navi

Appello Ifaw e OceanCare chiedono ai governi limiti obbligatori per le imbarcazioni

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 9 giugno 2022

Per fermare la strage di balene provocata dalle collisioni con le grandi imbarcazioni e che ha causato negli ultimi 20 anni la morte di almeno 20 mila cetacei arriva un appello e una buona notizia.

Il primo è lanciato da Ifaw (International Fund for Animal Welfare) e Ocean Care e riguarda in particolare la zona nord Occidentale del Mediterraneo. Le due organizzazioni ambientaliste esortano i governi di Francia, Italia, Monaco e Spagna a presentare all’organismo internazionale responsabile della navigazione, l’International Maritime Organization (Imo), una proposta per ridurre in modo obbligatorio la velocità delle navi.

Le acque da Genova a Valencia, compreso il Santuario delle balene Pelagos, i pendii e i canyon, la piattaforma del Golfo del Leone – definita come Area importante per i mammiferi marini (Imma) dai ricercatori – e il corridoio di migrazione delle balene tra la terraferma spagnola e le isole Baleari, dichiarato Area marina protetta, rappresentano un habitat critico per le balenottere e i capodogli – due specie classificate come in pericolo dalla Lista Rossa dell’Iucn – la cui popolazione conta soli 1800 animali adulti rimasti.

A differenza di altre aree, in cui i corridoi di navigazione risultano efficaci, in questa zona gli habitat non hanno spazi definiti. Per evitare gli urti letali rimane quindi solo un’opzione: il rallentamento della velocità di crociera delle imbarcazioni.

I quattro governi interessati si sono impegnati a collaborare per presentare all’Imo una proposta per dichiarare la regione un’Area marina particolarmente sensibile (Pssa), consentendo di adottare misure per regolamentare il trasporto marittimo in modo da ridurre il rischio di urti letali delle imbarcazioni. La proposta dovrebbe essere presentata all’Imo nel giugno 2022 e sottoposta a discussione e decisione a dicembre in occasione della riunione del Comitato per la protezione dell’ambiente marino (Mepc). Ma secondo le due organizzazioni devono fare un passo ulteriore: rendere obbligatoria la limitazione di velocità delle imbarcazioni. «Una misura che rappresenta un bene per le balene e un bene per tutti noi», afferma Carlos Bravo di OceanCare.

Secondo Sharon Livermore, direttore della Conservazione marina dell’Ifaw, «i 4 paesi devono cogliere l’opportunità che hanno davanti garantendo che le misure messe in atto proteggano realmente queste balene dal rischio di collisioni».

Le ricerche dimostrano infatti che con una riduzione generale del 10 per cento della velocità delle navi in tutto il mondo, si potrebbe abbattere del 50 per cento il rischio di collisioni.

Inoltre, la riduzione della velocità farebbe risparmiare carburante all’industria navale e ridurrebbe altri inquinanti, come la CO2 e il rumore subacqueo, con conseguenti benefici multi-ambientali.

La buona notizia riguarda la fattibilità della misura che è già stata adottata da alcune compagnie di navigazione, sia nel Mediterraneo, sia in altri mari del mondo dove il problema è altrettanto grave.

A febbraio e ad aprile di quest’anno, infatti, Hapag-Lloyd e MSC Crociere, rispettivamente tra le principali compagnie di trasporto marittimo e di crociera al mondo, hanno ricevuto il riconoscimento Whale Safe per il loro impegno contro il problema delle whale ship strikes nell’ambito dell’iniziativa di certificazione lanciata dal programma Friend of the Sea della World Sustainability Organization.

Hapag-Lloyd inoltre sostiene attivamente, in collaborazione con il World Shipping Council (Wsc), lo spostamento di una delle rotte di navigazione più trafficate al mondo, che attualmente si interseca con un’alta densità di popolazione di balenottere azzurre. Si ipotizza che con un perfezionamento di sole 15 miglia nautiche dell’attuale rotta, nella parte meridionale dello Sri Lanka, le collisioni tra balene e navi si ridurrebbero del 95%. La compagnia inoltre partecipa anche al programma di ricerca Enhancing Cetacean Habitat and Observation (Echo), un’iniziativa volta a comprendere meglio gli effetti del trasporto marittimo sulle balene che migrano lungo le coste della British Columbia e ad elaborare possibili soluzioni per la riduzione del rumore subacqueo.

Per quello che riguarda MSC Crociere, la compagnia è stata anche elogiata per aver dirottato le navi nel Mediterraneo orientale con l’obiettivo di proteggere le popolazioni di capodoglio nella Fossa Ellenica.

Insieme a queste, anche Carnival e NCLH sono risultate, secondo Friend of the Sea, tra le migliori compagnie che possono essere considerate Whale Safe, per il rispetto dei regolamenti di rallentamento esistenti e per l’introduzione di sistemi di bordo atti a ridurre il rischio di collisioni.
Negli ultimi 20 anni le balene uccise dalle collisioni sono quadruplicate. Si tratta inoltre di numeri sottostimati considerato che la maggior parte delle balene morte si deposita sul fondo del mare e solo il 10 per cento viene portato a riva.

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