Grazie alla prescrizione del reato di omicidio colposo plurimo, nell’appello bis sulla strage ferroviaria di Viareggio l’ex amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana ed ex ad di Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, è stato condannato a 5 anni di reclusione, ottenendo di fatto uno sconto di pena di due anni rispetto alla prima condanna di secondo grado, cancellata un anno e mezzo fa dalla dalla Cassazione. Sconti di pena analoghi anche per altri protagonisti del secondo processo d’appello: 4 anni 2 mesi e 20 giorni per Michele Mario Elia, ex ad di Rfi, e per Vincenzo Soprano, ex ad Trenitalia, e 4 anni a Mario Castaldo, che era direttore divisione cargo di Trenitalia. Prescrizione a parte, per tutti i manager del gruppo Fs è stata esclusa la sola colpa dell’omessa disposizione della riduzione della velocità dei convogli merci.
Sul versante italiano dei controlli sui carri merci, due condanne sono state inflitte a Mario Paolo Pizzadini, manager di Cima Riparazioni (2 anni, 10 mesi e 20 giorni) e Daniele Gobbi Frattini, responsabile tecnico Cima Riparazioni (2 anni, 10 mesi e 20 giorni). Più pesanti le responsabilità per i dirigenti e i tecnici delle aziende ferroviarie austriache e tedesche addette al controllo e alla manutenzione dei carri merci: Uwe Kriebel di Junghental addetto ai controlli ha avuto 4 anni e 5 mesi; Helmut Broedel, funzionario dirigente di Junghental 4 anni, 5 mesi e 20 giorni; Andreas Schroeter sempre di Junghental 4 anni e 8 mesi; Peter Linowski, ad di Gatx Rail Germania, 6 anni; Rainer Kogelheide, ad di Gatx Rail Austria, 6 anni; Roman Meyer, responsabile flotta carri di Gatx Austria, 5 anni, 6 mesi e 20 giorni; Johannes Mansbart, manager Gatx Rail Austria, 5 anni e 4 mesi.
La corte presieduta da Angelo Grieco, dopo cinque ore e mezzo di camera di consiglio, ha infine assolto Joachim Lehmann di Jungenthal, Francesco Favo, certificatore per la sicurezza di Rfi, ed Emilio Maestrini, responsabile dell’unità produttiva direzione ingegneria, sicurezza e qualità di sistema di Trenitalia.
Cancellato l’omicidio colposo plurimo – a Viareggio sono morte 32 persone e quasi un centinaio hanno subito ustioni anche gravissime, con pesanti danni permanenti – a carico di Moretti restavano le imputazioni di disastro ferroviario colposo, incendio e lesioni colpose, rispetto alle quali in apertura di udienza aveva rilasciato dichiarazioni spontanee: “Contro di me non ci sono prove ma solo illazioni. In tutti questi anni non ho reagito alle critiche e spesso alle ingiurie per rispetto alla giustizia e alle famiglie delle vittime. Da ad di Rfi, non potevo essere autore della politica di investimenti sul trasporto ferroviario merci né passeggeri. Non me lo consentiva la legge. Questo era un compito di Trenitalia e delle altre imprese ferroviarie”.
L’intervento dell’ex numero uno del gruppo Fs non è piaciuto ai familiari delle vittime, come sempre presenti in aula: “Stai zitto”, gli hanno detto quando si è rivolto loro direttamente. Dopo un richiamo del giudice Grieco i familiari hanno girato le spalle alla Corte, e solo la minaccia di un intervento delle forze dell’ordine ha riportato la calma.
Alla lettura della sentenza, soddisfatti il sostituto procuratore generale Sergio Affronte e il pm di Lucca Salvatore Giannino, che pure avevano chiesto condanne più pesanti: “L’impianto accusatorio ha sostanzialmente retto, e il reato di disastro ferroviario è stato riconosciuto a tutti i vertici delle aziende italiane e straniere”. Analogo il commento dell’avvocato Tiziano Nicoletti, che assisteva alcuni familiari delle vittime: “La sentenza conferma le condanne ai vertici del gruppo Fs e delle imprese ferroviarie straniere, in capo ai quali sono riportate le responsabilità dei fatti”. Fatti che riguardavano anche la mancata tracciabilità dei carri merci, che se ci fosse stata avrebbe evitato la strage in quella tragica notte del 29 giugno 2009.
Di avviso opposto, va da sé, i legali degli imputati: “E’ una sentenza molto deludente – ha detto l’avvocato Ambra Giovene, difensore di Moretti – una condanna a 5 anni per un processo senza prove è veramente un teorema, tradisce un’interpretazione di questa storia che non è quella reale”. Scontato il ricorso di Moretti in Cassazione, dove però le possibilità di ulteriori sconti di pena, per poter accedere a misure alternative al carcere, appaiono scarse.
Dai familiari delle vittime, che come sempre si faranno sentire fra oggi e domani in conferenza stampa a Viareggio, una sola, asciutta dichiarazione: “Non siamo delusi, le condanne ci sono”.