Non mancheranno neanche quest’anno. Sono le migliaia di persone che oggi a Bologna rinnoveranno il rito della memoria. 34 anni dopo la bomba che squarciò la sala d’aspetto, allora della seconda classe, portandosi via 85 persone e causando 200 feriti. L’incontro dei familiari delle vittime, saranno circa 140, con il sindaco Virginio Merola e il rappresentante del governo che sarà il ministro Giuliano Poletti, il corteo che attraverserà la centrale via Indipendenza, il minuto di silenzio alle 10.25 (quando la bomba scoppiò) nel piazzale della stazione e i discorsi di Paolo Bolognesi, il presidente dell’associazione dei familiari e del sindaco. Ci sarà anche, era un po’ di anni che non accadeva, un nutrito cartello antagonista. Centri sociali, collettivi e il sindacato di base Usb parteciperanno al corteo ma se ne andranno dalla piazza. «Poiché la memoria non è vuota retorica, dopo il minuto di silenzio in Piazza Medaglie d’Oro, ci muoveremo in corteo verso Piazza dell’Unità per esprimere solidarietà al popolo palestinese», hanno scritto per spiegare il senso della loro presenza che vuole portare attenzione su quello che sta accadendo a Gaza.

Quest’anno pochi giorni prima dell’anniversario della strage la procura ha fatto sapere di aver chiesto al gip l’archiviazione per la cosiddetta «pista palestinese», l’ipotesi che la strage fosse la risposta per la violazione del cosiddetto lodo Moro con l’arresto di Abu Anzeh Saleh, il referente del Fronte popolare per la liberazione della Palestina in Italia, arrestato a Ortona nel 1979 con Daniele Pifano perché trovato in possesso di missili. L’inchiesta, aperta nel 2005 dagli atti della commissione Mitrokhin, aveva portato ad indagare per strage Thomas Kram e Margot Frolich ex appartenenti alle ‘Revolutionaere Zellen’. «Era ora» hanno detto i familiari riferendosi a questa iniziativa. Dalle parti dell’associazione non è mai stata vista bene l’iniziativa che metteva in discussione l’unica condanna per le stragi italiane, quella degli ex Nar Giusva Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini. Quanto all’inchiesta per i pm che hanno indagato è certo che Kram fosse a Bologna tra l’1 e il 2 agosto. Ma sebbene questo «alimenti un grumo di sospetto, quel solo e sorprendente fatto non è tuttavia sufficiente per ipotizzare in assenza di altri elementi» sul suo conto «una partecipazione alla strage della stazione».

Da alcuni anni il rappresentante del governo non parla più dal palco del piazzale della stazione, anche per essere al riparo dai fischi che hanno bersagliato in modo bipartisan gli esponenti dei governi che si sono susseguiti. L’eccezione fu l’anno scorso per la presidente della camera Laura Boldrini che toccò le corde emotive della piazza con un discorso molto apprezzato ispirato alla necessità di aprire gli archivi delle stragi (e qualche risultato un anno dopo c’è stato). Così il ministro Poletti parlerà in Comune e poi sfilerà in corteo. I familiari si aspettano che il governo chiuda il cerchio degli indennizzi eliminando il percorso ad ostacoli che ci si trova a percorrere per ottenere i benifici pensionistici. E quest’anno c’è un altro risultato che potrebbe essere portato a casa. L’introduzione nel codice penale del reato di depistaggio.