Storie e segnali dal pianeta “Hollywood”
Mostra In occasione del festival Laceno d'oro di Avellino si inaugura il 1 dicembre la mostra del celebre settimanale di cinema del dopoguerra
Mostra In occasione del festival Laceno d'oro di Avellino si inaugura il 1 dicembre la mostra del celebre settimanale di cinema del dopoguerra
«Storie e segnali dal Pianeta Hollywood» è la mostra curata da Orio Caldiron e Matilde Hochkofler dedicata al settimanale cinematografico Hollywood che si tiene nell’amnbito del Laceno d’Oro 2016 e si inaugura giovedì 1 dicembre alle ore 17.30 presso l’ex carcere borbonico di Avellino. Il settimanale diretto da Adriano Baracco esce a Milano dal 18 settembre 1945 al 31 dicembre 1952, edito da Ottavia Vitagliano che pubblica anche Novelle Film. Nel panorama delle riviste popolari del dopoguerra – da Star a Film d’oggi, da Cine Illustrato a Fotogrammi, da Cinetempo a Bis – è una delle più diffuse se non la più diffusa, quella che si mette esplicitamente dalla parte del pubblico riducendo al minimo l’intervento critico. Nelle sue pagine Hollywood racconta se stessa, mescolando pubblico e privato, informazione e mitologia, produzione e consumo. La rivista non trascura neppure il nuovo cinema italiano del dopoguerra, con cui spesso polemizza, e ospita «Ingresso libero», una delle rubriche più seguite dove vengono pubblicate e premiate le recensioni dei lettori, tra cui spiccano numerosi futuri critici e registi.
Nella mostra si è privilegiato il cinema americano, colto nella maliziosa affabulazione divistica tipica del settimanale, anche perché in quegli anni, assieme ai nuovi film subito doppiati, approdano nelle nostre sale le centinaia di titoli mai distribuiti dal ’38 al ’43, quando le Major non si erano piegate al monopolio imposto dal regime: una valanga di pellicole destinata a rappresentare l’ultima grande stagione del cinema hollywoodiano come spettacolo di massa, prima del decollo della televisione e dello stravolgimento del sistema dei media. Le brevi citazioni che appaiono nei vari pannelli non hanno pretese di completezza, ma vogliono solo suggerire qualche chiave di lettura per guardare con gli occhi di oggi un rotocalco popolare che sfila davanti a noi più di sessant’anni dopo la sua pubblicazione.
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