ExtraTerrestre

Storie di passione fra noi umani e altri animali più ragionevoli

I centri Cras che recuperano selvatici sfortunati. I «santuari» che accolgono esponenti di specie «da reddito» rifiutati dal sistema. I rifugi dedicati a ex lavoratori a 4 zampe. Ospedali didattici […]

Pubblicato quasi 2 anni faEdizione del 1 dicembre 2022

I centri Cras che recuperano selvatici sfortunati. I «santuari» che accolgono esponenti di specie «da reddito» rifiutati dal sistema. I rifugi dedicati a ex lavoratori a 4 zampe. Ospedali didattici che si occupano perfino di «alieni invasivi». Un carcere che ha dismesso l’allevamento e il macello. Avventurosi incontri con esseri marini stupefacenti. Con veterinari dalle storie speciali. Con allevatori convertiti, perfino.

UN LIBRO FATTO DI STORIE vere che si leggono d’un fiato come racconti e favole. Perché si sa, la realtà supera la fantasia. Mille intrecci nell’appassionata, travagliata coabitazione fra umani e altri animali. I protagonisti provengono da tutte le categorie nelle quali gli esseri vengono incasellati sulla base della loro funzione per l’uomo (e la donna): da cibo (dunque non da affezione ma da affettare), da lavoro, da pelliccia, da caccia, da soccorso, da terapia, e ovviamente da compagnia.

LA CONOSCENZA AIUTA il rispetto. E’ il principio guida dell’autrice che a Radio popolare cura e conduce la rubrica Considera l’armadillo: ogni puntata un ospite e un focus. La sensibilità è mutata perfino in Italia e ogni giorno ci si rende più conto che gli animali sono esseri senzienti, dotti di sensibilità, provano dolore, paura e gioia, hanno legami affettivi. E finalmente la riforma dell’articolo 9 ha introdotto nella Costituzione italiana la tutela degli animali. Comunque le discriminazioni restano. Non è la stessa cosa, per la legge, essere gatto o aragosta, cane o gallina ovaiola.

MA «PROSSIMO E’ TUTTO ciò che vive», rifletteva il veterinario omeopatico in servizio per decenni sull’isola carcere di Gorgona. Là i detenuti allevavano animali fino all’esecuzione – non più, per via di un bel progetto rieducativo. Ed educativo è il «lavoro» di Ottorino, un’oca di Tolosa detta anche Becco di rame per via dell’ottima protesi che le ha ridato vita dopo lo scontro con una volpe. Ora gira per le scuole. Servono da esempio anche Bruno e Alice, toro e vacca che dopo una vita incatenati si trovano senza recinti nel rifugio laziale «Capra libera tutti» (uno dei tanti in Italia, ormai), insieme a galline, cavalli, pecore e altri ex destinati a catene di smontaggio. Nel libro, un focus s’impone: i numeri incredibili e ufficiali degli animali allevati e uccisi nel mondo. Si aggiungono alla strage di selvatici. A proposito: non lasciate liberi i cani nei boschi, feriscono e mutilano piccole creature. Lo dicono desolati i Cras, che sono anche poli di educazione ambientale.

«IL PETTIROSSO», nel modenese, prende il nome dall’operazione anti-bracconaggio dei carabinieri forestali: molti degli uccelletti sequestrati vengono portati lì. Ma arrivano anche esseri avvelenati, investiti sull’asfalto, predati, cacciati, sfalciati. Ridà vita anche ai «rottami» (quelli conciati peggio) la clinica veterinaria Due mari a Oristano. Il centro La ninna nel cuneese è specializzato in ricci, con tanto di istruzioni per il soccorso, libri tradotti in varie lingue e raccolte fondi per i selvatici vittime degli incendi in Australia a cavallo fra il 2019 e il 2020.

INCENDI, GUERRE, CACCIA, pesca: altrettante sciagure anche per gli animali. Il libro offre dati e analisi, oltre al ricordo del bellissimo documentario di Folco Quilici sugli animali nella prima guerra mondiale; materiali d’epoca su storie di sventurati di varie specie, a partire dagli umani. E tornando al presente, che dire del museo nato intorno allo scheletro di una balena spiaggiata e piena di plastica? Ha dato vita all’«operazione Siso», un lavoro anche istituzionale per la pulizia delle coste e contro la pesca illegale.

«IL RIFUGIO DEGLI ASINELLI» è nato nel 2006 a Sala biellese. Un paradiso per dolci asini e muli che arrivano denutriti, incatenati, battuti, non più voluti. In giro per il mondo la loro sorte è ancora tremenda. Ma sulle nutrie che fare? Frontiera difficile, quella degli animali alloctoni in sovrannumero, frutto della globalizzazione e ora considerati nocivi da eradicare. Ebbene a Grugliasco esiste un Canc: Centro animali non convenzionali, appendice di un ospedale didattico che cura migliaia di individui – scoiattoli, colombi, ricci, caprioli, ramarri, ghiri, uccelli. Per le nutrie, tenta il contenimento demografico non cruento. Si fa altrove anche per i cinghiali.

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