Storie di formazione, inaspettate amicizie: un percorso di letture per i più giovani
Narrativa young «Dacca Toxic», il buio di New York ne «La notte più bella», «Calypso» e «La famiglia Bukowski»
Narrativa young «Dacca Toxic», il buio di New York ne «La notte più bella», «Calypso» e «La famiglia Bukowski»
Finite le scuole anche le case editrici per giovani e giovanissimi si organizzano per la stagione estiva. Per lettori e lettrici impegnati c’è Dacca toxic – cronache lunari di un ragazzo bizzarro della francese pluripremiata Catherine Fradier (Uovonero, trad. di Ilaria Piperno e Sante Bandirali, pp.169, euro 15). Narra una nuova avventura dentro e fuori il Ricovero dove lavora la mamma di Sacha. Lei fa il medico in un’organizzazione umanitaria e gira il mondo, Sacha – che ha un disturbo dello spettro autistico – la segue nei suoi viaggi e incontra ogni volta nuovi amici.
Il volume segue il bellissimo Una piccola cosa senza importanza e si sposta dal Congo al Bangladesh. La storia è inventata ma le vicende sono vere: c’è sicuramente da qualche parte una Sultana che ha il volto sfregiato dall’acido delle concerie in cui lavora e forse ha anche un fratello che la vuole aiutare. Straziante la storia e straniato lo sguardo di una doppia differenza: quello di Sacha che racconta la vita con la sindrome di Asperger e quello di Sultana e suo fratello Dilip, lavoratori e sfruttati. Ma un’avventura che si rispetti ha comunque il lieto fine e l’amicizia trionfa, nonostante i poliziotti corrotti e un sindacato colluso.
Sempre per ragazzi e ragazze il Battello a vapore dà alle stampe La notte più bella – quando l’America restò al buio della romana Daniela Palumbo (Piemme, pp. 207 euro 16,50). Era il 9 novembre del 1965 quando New York precipitò in un buio totale e inspiegabile che divenne presto anche stranamente silenzioso.
Otto storie e otto personaggi adolescenti vivono quella notte sospesi tra paura e innamoramenti, a Central Park o nei boschi vicino a un autobus dove un lupo si materializza e conduce un teenager nativo verso l’età adulta. Una notte in cui un homeless nero incontra una bibliotecaria e insieme si battono contro la discriminazione che non trova tregua, nemmeno al buio. Otto storie piccole dentro la storia grande in cui si intravede l’America degli anni Sessanta. E poi c’è la luna, una nonna e la coperta più lunga del mondo. Leggere per credere.
C’è poi L’inaspettata eredità della famiglia Bukowski del tedesco Will Gmehling che segue La straordinaria estate della famiglia Bukowski: sono entrambi libri che hanno il potere magico di restituire il tempo. Edito da La Nuova Frontiera e tradotto da Angela Ricci (pp. 192, euro 16,50) racconta la «biografia» di una famiglia, uno zio rispuntato e un’eredità. Insomma, una vita nuova che impegna una famiglia e che trasforma un quartiere grazie a una bottega capace di offrire spazio e tempo non solo per gli acquisti, ma anche per una nuova socialità.
Feltrinelli Kids pubblica invece Calypso – la bambina wi-fi di Francesco Morgando (illustrazioni di Agnese Innocente, pp. 160, euro 13). Vi si narra di una bimba e dell’assistente virtuale a forma di caciotta di cui è dotata la sua casa. Un esito per niente scontato di un’amicizia e un’ironica e interessante proposta sull’impellenza del desiderio infantile e le sue relazioni con le nuove tecnologie.
Creatività di strisce e pois e l’albero da non abbattere
Ovunque, in natura, l’uniformità è interrotta da righe, macchie, reticoli, ramificazioni e anelli. Ci sono pattern facili da identificare – le strisce della zebra o della tigre – altri sono invisibili perché rappresentano una strategia di mimetismo. Altri ancora ingannano, come quelli di animali innocui che imitano specie pericolose, oppure la spirale di una chiocciola e quella di una galassia, diverse eppure uguali. Nell’albo edito da Topipittori Alfabeti naturali. piccolo corso di osservazione della creatività dell’universo, (pp. 48, euro 16) Federica Buglioni, aiutata dalle stupende illustrazioni di Luogo Comune, invita a osservare le forme del mondo per capirne i meccanismi evolutivi, dai pois dello squalo balena che rimandano ai riflessi della luce nell’acqua alle macchie sgargianti che non ammettono distrazioni.
L’albero e la città di Luca Tortolini e Lida Ziruffo (Clichy, pp.40, euro 19,50), narra la storia di un grande e antichissimo albero: intorno, vicino al fiume, nasce un villaggio che poi diventa città, con tanto di industrie. Qualcuno vuole abbatterlo, al suo posto starebbe meglio una fontana o un’altalena. Ma, presto, arriveranno in tanti per salvarlo. E, alla fine, il poetico albero della fiaba resterà piantato fra gli umani, guardiano dell’ombra e della vita.
«Cosetta» di Hugo, la bambina che attraversa inferno e paradiso
A dare un corpo e un’anima struggente a Cosetta, la sfortunata bambina de I miserabili di Victor Hugo è, in questo bellissimo albo di Orecchio Acerbo (Cosetta, pp. 52, euro 18,50), l’artista Olivier Desvaux, nato in Normandia, pittore ufficiale della Marina e amante della tavolozza e le pennellate ad olio en plein air, come facevano i suoi «antenati» Impressionisti.
La ragazzina, modellata sul topos di Cenerentola per il suo destino su cui si addensano ingiustizie e sfruttamenti malvagi, è uno dei personaggi principali del romanzo-capolavoro del Romanticismo francese di Hugo. Figlia illegittima di Fantine e Félix Tholomyès, viene affidata da sua madre ai Thénardier, una coppia di coniugi proprietari di una locanda. Nonostante Fantine spedisca loro tutti i suoi risparmi per il mantenimento della piccola, questi la maltrattano, la picchiano con crudeltà, la costringono a usuranti lavori tutto il giorno e usano i soldi destinati a lei e alla sua educazione per ripianare i loro debiti.
Fino al giorno in cui, Jean Valjean – ex galeotto – si impegna a prendersi cura di lei e la riscatta, portandola con sé a Parigi. Cosetta avrà una vita diversa, mai facile, spesso in fuga, dimenticando però le angherie subìte a causa della sua povertà e poi della sua condizione di orfana.
Capucine e Violette, due generazioni sfidano il tempo
A dispetto del titolo un po’ lacrimevole, Far fiorire le ferite, il primo romanzo pubblicato in Italia di Delphine Pessin è un libro che narra, con precisione e ironia, una relazione che cresce e offre futuro (Il Castoro, pp. 216, euro 16,50, trad. di Rosa Vanina Pavone). Le due protagoniste appaiono incongrue l’una all’altra per età e storie personali, eppure è proprio l’incontro tra due generazioni la proposta inconsueta di questa storia. Il giorno in cui Capucine inizia il suo stage al Bel Air – una residenza per anziani che «dà un po’ l’idea di un carcere» ma che di una casa di riposo ha l’odore di minestrina riscaldata, detergenti e urina – ha i capelli blu.
Violette Florent, invece, è una signora anziana trasferitavisi contro la propria volontà ma che accetta di star lì per tranquillizzare il figlio, pur mal sopportando la nostalgia per il suo gatto. Sia Florent che Capucine – i cui capelli cambiano colore a secondo dell’umore e dell’energia di cui ha bisogno e le cui parrucche nascondono umori e ferite – hanno segreti che ne segnano le storie ma il primo giorno un sorriso repentino e inaspettato «ha inondato la stanza insieme al sole del mattino». Non c’è metafora a velare il racconto, c’è però la curiosità, la lentezza, i passi avanti e indietro, le incomprensioni e la capacità di superarle a volte con le parole, altre con i gesti, altre ancora con un sorriso. Una vicenda che segna le protagoniste (e i lettori/trici del romanzo) e che offre ciò che pare mancare nel tempo dell’eterno presente: una relazione che, nonostante le apparenze – Capucine è quasi un’infermiera e Violette una sua assistita – è, in realtà, di cura reciproca. Cresce con il tempo, la pazienza, il rispetto, raccontando un rapporto capace di affrontare la stanchezza, la malattia, il rapporto con l’intimità di un corpo anziano. Una relazione legame reale per adolescenti dalla vita virtuale.
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