Stop “zona rossa”, alberghi sanitari per i migranti di Vicofaro
Effetto Covid L'aumento dei casi in Toscana – ieri 1.290 – ha convinto le autorità sanitarie a sciogliere il nodo della parrocchia pistoiese dell'accoglienza. Tamponi per tutti (in totale 16 positivi), trasferiti un centinaio di profughi. Altri venti restano al momento con don Biancalani nella struttura, sanificata. In Toscana situazione ancora sotto controllo, ma preoccupa la progressione dei contagiati.
Effetto Covid L'aumento dei casi in Toscana – ieri 1.290 – ha convinto le autorità sanitarie a sciogliere il nodo della parrocchia pistoiese dell'accoglienza. Tamponi per tutti (in totale 16 positivi), trasferiti un centinaio di profughi. Altri venti restano al momento con don Biancalani nella struttura, sanificata. In Toscana situazione ancora sotto controllo, ma preoccupa la progressione dei contagiati.
L’aumento dei casi di Covid in Toscana – ieri sono stati 1.290 – ha convinto le autorità sanitarie a sciogliere velocemente il nodo della parrocchia pistoiese di Vicofaro, dopo gli iniziali tentennamenti che avevano lasciato di fatto campo libero alla strategia “legge&ordine” del sindaco Tomasi di Fdi e del vescovo Tardelli. Come chiesto da don Massimo Biancalani, sono stati anticipati i tamponi rapidi su tutti gli ospiti presenti nella struttura, circa 120 rifugiati, dopo che nei giorni scorsi erano stati riscontrati due casi lievi. I tamponi rapidi hanno permesso di individuare altri 14 casi di lieve positività, così l’Asl Toscana Centro ha messo in atto un piano di trasferimento di circa cento profughi in alberghi sanitari nella vicina Montecatini. A Vicofaro restano una ventina di migranti non positivi. “Si prenderanno cura della casa – spiega don Biancalani – ed è in arrivo una ditta specializzata per la sanificazione dei locali. Domani anch’io dovrei rientrare in canonica, finito il mio periodo di isolamento”.
A convincere i migranti a lasciare Vicofaro è stato lo stesso parroco dell’accoglienza, ben conscio della delicatezza della situazione. Al tempo stesso l’Asl Toscana Centro ha battuto un altro colpo, ed ha aperto un bando per individuare foresterie e ostelli sanitari, utili ad accogliere sia i rifugiati di Vicofaro che quelli di altre comunità migranti a possibile rischio Covid. Riservate ad ospiti non soggetti a isolamento fiduciario, le strutture che possono partecipare al bando, che dura fino al 30 ottobre prossimo, “sono quelle in regola con i requisiti per l’esercizio dell’attività ricettivo-alberghiera”. L’accordo fra l’Azienda sanitaria e le strutture avrà la durata di 60 giorni, con la possibilità di rinnovi fino a un massimo di un anno.
Nel mentre, fra un sindaco Nardella allarmista e un presidente toscano Giani più cauto, da Renzo Berti, responsabile del dipartimento prevenzione Asl Centro (Pistoia, Prato, Empoli e Firenze) arriva la fotografia della Toscana: “Al momento la situazione è sotto controllo. Ma l’aumento dei casi ci preoccupa. Per ora i reparti di terapia intensiva Covid sono al 60% di occupazione. Un numero gestibile, ma ci aspettiamo un incremento. I casi erano 1.100 ieri, sono circa 1.300 oggi. La tendenza è questa”. Le persone ricoverate in Toscana sono 656, 50 in più rispetto a ieri, e di queste 82 sono in terapia intensiva.
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