Il 21 settembre si è compiuta un’ennesima prevedibile strage con il naufragio sulle coste egiziane di una nave con a bordo circa 450 persone e circa 300 vittime tra morti e dispersi. Colpisce oltre all’assuefazione dell’opinione pubblica, il sostanziale silenzio della stampa e la risposta frammentaria e disunita della società civile. L’ennesima strage alle porte d’Europa non può essere considerata un incidente fatale, ma un crimine nei confronti di un’umanità colpevole unicamente di non poter vivere liberamente e dignitosamente a casa propria, in paesi martoriati da guerre, persecuzioni, terrorismo, catastrofi ambientali e povertà causata da una colpevole, ingiusta distribuzione delle...