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Stop al salario minimo. Scontro in commissione

Stop al salario minimo. Scontro in commissioneL'aula della Camera – LaPresse

Lavoro La maggioranza forza i tempi in commissione, le opposizioni protestano. Lunedì il testo arriva in aula

Pubblicato 10 mesi faEdizione del 30 novembre 2023

La conferenza dei capigruppo ha deciso: il provvedimento sul salario minimo sarà all’esame della Camera il prossimo 4 dicembre. Salario minimo si fa per dire: ieri in commissione Lavoro è passata la proposta di modifica che riforma l’impianto delle proposte di legge sul salario minimo convertendole in tutt’altro: una delega al governo ad adottare, entro sei mesi, uno o più decreti legislativi col mandato di «assicurare ai lavoratori trattamenti retributivi giusti ed equi» e «stimolare il rinnovo dei contratti collettivi» sulla scorta delle indicazioni che erano state elaborate dal Cnel su proposta delle destre nelle settimane scorse. Così, l’iniziativa unitaria delle opposizioni che ha più messo in difficoltà Meloni nel primo anno a Palazzo Chigi è stata ribaltata nell’ennesimo accentramento di potere dell’esecutivo.

Negli ultimi due giorni, dunque, il duello si è svolto ancora una volta all’undicesima commissione di Montecitorio, con la maggioranza che premeva per chiudere la pratica e le opposizioni che hanno provato in tutti i modi a evitare che il loro testo venisse disinnescato. Ciò ha creato lo scontro soprattutto con il presidente Walter Rizzetto, di Fratelli d’Italia, finito al centro delle polemiche. Ad esempio quando non ha accolto la richiesta, reiterata ieri in apertura dei lavori in commissione, di audire la ministra del Lavoro Marina Calderone e il presidente del Cnel Renato Brunetta. «Ho cercato la ministra Calderone qualche giorno fa, ma la sua agenda non si può liberare su richiesta delle opposizioni in tempo 24 ore» è la difesa di Rizzetto. In segno di protesta le opposizioni hanno abbandonato la seduta. «In commissione Lavoro è stata scritta una pagina nera per il parlamento – ha commentato Valentina Barzotti, capogruppo in commissione del Movimento 5 Stelle – Rizzetto ha tagliato i tempi della discussione, ci ha fatto lavorare in un ambiente insalubre per tutta la durata della seduta e alla fine non ha permesso a tutti gli iscritti a parlare in dichiarazione di voto di poterlo fare». «La delega al governo è un atto di pirateria – aggiunge Franco Mari, capogruppo di Avs – Divide i lavoratori, attacca il contratto collettivo nazionale e indebolisce sindacati e associazioni datoriali più rappresentative».

«Abbiamo già presentato un emendamento alla legge di bilancio per introdurre il salario minimo – ricorda il leader M5S Giuseppe Conte – Lo stesso faremo quando questa proposta arriverà in aula alla Camera. Lì tutto il paese potrà così vedere di che pasta sono fatti questi finti ‘patrioti’, che si inchinano ai grandi gruppi bancari ma sono impietosi con lavoratrici e lavoratori alle prese con stipendi da fame». La segretaria Dem Elly Schlein dice che questa volta la destra li ha visti arrivare: «Avevamo chiesto un confronto, ma sono scappati». «Presenteremo relazioni di minoranza in aula», promette Arturo Scotto del Pd. Ciascun gruppo di minoranza elaborerà delle relazioni rispetto al testo emendato. E sono già al lavoro per elaborare emendamenti soppressivi del nuovo testo con l’intento di ristabilire l’impianto originario delle pdl.

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