Stenografare gli inferi con il proprio sangue
Un ritratto di Arno Schmidt a Kastel, Germania
Alias Domenica

Stenografare gli inferi con il proprio sangue

Da Quodlibet «I profughi», 1953 di Arno Schmidt Tra i dieci milioni di espulsi dopo la II Guerra dalle zone a est dell’Oder, un treno e una coppia... Lo «zoom» feroce dello scrittore e testimone tedesco
Pubblicato circa 8 anni faEdizione del 19 giugno 2016
Arno Schmidt o della lontananza: si vorrebbe così chiudere in sintetica formula il sentimento che, a ogni nuova occasione d’incontro, produce l’unicità altera e irriducibile della prosa di uno scrittore tanto poco rapace di lettori, o almeno di lettori renitenti alla fedeltà assoluta e magari poco disposti a farsene esegeti e maniacali, puntigliosi commentatori. Negatosi, per volontà e destino, al consumabile (sia esso nobile e d’elevato profilo), Schmidt resta a oggi immacolato, teso a volarsene solitario e scontroso dentro strati atmosferici irraggiungibili, in cieli remotissimi e pressoché inesplorati dagli infelici troppi forniti di ali inadeguate. Verrebbe da dire che il...
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