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Stelle nere, la controstoria di Liliam Thuram

Stelle nere, la controstoria di Liliam ThuramBillie Holiday

JazzSet L'ex calciatore francese cerca di dare in un libro la sua risposta ad un bisogno identitario

Pubblicato quasi 11 anni faEdizione del 15 gennaio 2014

Come brilla il «firmamento nero» di Lilian Thuram! L’ex-calciatore francese (originario della Guadalupa, oggi quarantaduenne) è stato campione del mondo del 1998 ed europeo del 2000, giocando con Monaco, Parma, Juventus, Barcelona. Nel 2008 ha dato vita alla «Fondation Lilian Thuram, éducation contre le racisme» (www.thuram.otg) e dal 2010 è ambasciatore Unicef. Erano peraltro note le sue salaci risposte nel ‘98 al leader del Fronte Nazionale Jean-Marie Le Pen (si lamentava dei molti calciatori di colore nella nazionale francese) e al ministro degli interni Sarkozy che nel 2005 attaccò frontalmente i giovani delle Banlieus.

Thuram ha scritto, con la collaborazione di Bernard Fillaire, il corposo volume Le mie stelle nere. Da Lucy a Barack Obama (add editore, pp.446, euro 18); con pazienza, rigore, umiltà ed orgoglio il calciatore antillano-francese ha cercato di dare una concreta risposta ad un bisogno (e ad un quesito) identitario che lo assillava fin da bambino: «Quando avete sentito parlare per la prima volta dei neri a scuola? A questa domanda praticamente tutti rispondono: a proposito della schiavitù. Ricordo la prima volta che ne ho sentito parlare io. In classe ero l’unico nero. Indignato mi sono chiesto quale fosse stata la storia dei miei antenati prima della schiavitù» (p.11). Nel corso della propria esistenza Thuram ha continuato a cercare risposte ed ««ho avuto la fortuna di incontrare persone che (…) mi hanno fornito una chiave per capire la Storia e scoprire le grandi figure dell’umanità trascurate dai manuali scolastici; stelle nere i cui nomi e le cui gesta, imprese e opere spesso sono del tutto sconosciuti»» (p.12). Non si immagini, tuttavia, una sorta di nazionalismo black. Le «stelle nere» vanno viste in una dimensione antirazzista: «Se davvero vogliamo cambiare la società e combattere il razzismo, non è sulla discriminazione al contrario – scrive Thuram – né sullo spirito di appartenenza a una comunità che possiamo contare. Soltanto il cambiamento dei nostri immaginari possono avvicinarci e far cadere le barriere culturali».

Una cinquantina i ritratti, accompagnati dalle efficaci illustrazioni di Piergiorgio Mantini: si parte dalla progenitrice Lucy e dai faraoni neri per arrivare alla contemporaneità, attraversando secoli, continenti, condizioni sociali, prigionie e ribellioni. Accanto ai nomi facilmente immaginabili (F.Douglass, M.Garvey, R.Wright, B.Holiday, A.Césaire, F.Fanon, Malcolm X, M.L.King, M.Ali T. Smith, N.Mandela) ce ne sono altrettanti meno conosciuti e magistralmente ritratti: Doña Beatriz, Chevalier de Saint-Georges, Toussaint-Louverture, Jean-Jacques Dessalines, Aleksandr Puškin, «Major Taylor», i soldati senegalesi della I guerra mondiale… Una vera, emozionante controstoria che illumina di luce diversa quella ufficiale, ancora spesso intrisa di eurocentrismo e razzismo.

luigi.onori@alice.it

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