Stefan Zweig era un ‘beniamino degli dei’ per tempi inquieti: ricco, famosissimo, con una visione del mondo rassicurante e un tedesco ancora ‘classico’ ma modulato sui timbri del «moderno nervosismo». Fino alla svolta del 1933 poteva vantare una lunga serie di successi. La sua è la storia ebraica di commercianti che diventano intellettuali, si avventurano senza timore tra le pieghe della storia e della mente e cercano di appropriarsi di una tradizione che diventerà loro solo in parte. Zweig, il decadente, allestisce a suo gusto una quadreria di personaggi illustri dell’Occidente che tanto ama. Sono re e santi, poeti, medici...