Rubriche

Stavolta sulla peggiore delle punizioni

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I bambini ci parlano La rubrica settimanale a cura di Giuseppe Caliceti

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 18 febbraio 2021

Da oggi finiva la punizione per chi era in punizione la scorsa settimana, perché inizia una nuova settimana!

«Finalmente! Io non ne potevo più di non poter più giocare e stare sempre seduto alla ricreazione, invece di giocare». «Finalmente oggi alla ricreazione e dopo la mensa, possiamo ancora giocare! Evviva!»
Prima, dovete dirmi cosa era successo. «Perché avevano fatto una cosa molto brutta. Ti eri arrabbiato. Perché due avevamo sbagliato». «No, avevamo sbagliato tutti, non no». «Hanno sbagliato i maschi, perché noi non ci prendiamo mai a botte. E facciamo il tifo». «Però non li abbiamo divisi». «No. Voi facevate il tifo se vinceva uno o l’altro. Incitavano».

Non avete ancora detto cosa è successo?

«All’inizio dell’anno noi avevamo fatta la battaglia delle mascherine. Chi strappava per primo la mascherina all’altro, lui vinceva e l’altro perdeva. Dopo i pugni. Come i supereroi». «Io e S. abbiamo fatto a pugni». « «Poi ad R. è sanguinato il naso». «Però io non volevo fargli sanguinare il naso, volevo solo…. Volevo solo dargli un pugno in faccia, perché lui mi aveva…. Lui mi aveva preso in giro». «Io? Non è vero». «Ah, è vero! Non mi aveva preso in giro. Noi volevamo solo giocare. Volevamo solo giocare a darci dei punti.» «Ma non si può». «Infatti ci siamo sbagliati». «È per quello che il maestro li ha messi in punizione per una settimana che non potevano giocare nè alla ricreazione nè dopo la mensa ma potevano solo stare seduti e guardarci giocare noi». «Adesso invece, da oggi, tra poco, quando c’è la ricreazione e dopo la mensa, possiamo ancora, perché una settimana è già passata. Anzi, dieci giorni». «Ve lo meritavate perché avevate fare una cosa orribilmente pericolosa, potevate anche andare all’ospedale, sai? Poteva anche venire l’ambulanza a scuola, sai?»

Sì riprenderete a giocare. Però io e le maestre abbiamo deciso che non ci fidiamo di alcun di voi, di alcuni maschi… Perciò abbiamo deciso una regola: voi potete riprendere a giocare, ma due di voi, i due che si prendevano a pugni, non possono giocare più tra di loro per altre due settimane. Se giocano tra loro, li rimettiamo seduti, Se alla ricreazione o dopo la mensa, quando usciamo in cortile, loro si avvicinano soltanto, li mettiamo tutti e due in punizione

«Perché? Ma allora…» «Io ho capito. Così non si prendono a pugni, perché loro è dall’inizio dell’anno che ogni tanto fanno quel gioco che non si può fare». «Per me avete fatto bene, maestro, Neppure io mi fido tanto di loro». «Ma noi la abbiamo già passata la nostra punizione!» «Ma questa non è una vera punizione, è solo un consiglio». «No, è un divieto: non possono giocare tra loro. Così…»

Non ho finito: non possono giocare tra di loro ma solo con le femmine. Così siamo sicuri che non prendono a pugni altri maschi…

«E se prendono a pugni noi femmine?» «No, le femmine non le ho mai prese con un pugno. Io non do i pugni alle femmine, solo ai maschi». «Per me questa è la scelta peggiore del mondo: io non ci gioco con le femmine. Allora resto seduto in punizione un’altra settimana o due settimane o ungesse o tutto l’anno di scuola». «Perché» «Perché non mi piace giocare con le femmine». «Allora sta seduto. E tu, invece?» «No, io… Per me va bene… Io gioco con tutti,». maschi e femmine, perciò posso giocare anche solo con le femmine». «Io no». «Perchè? Cosa ti abbiamo fatto noi». «Però io non voglio giocare solo con le femmine». E se noi ti facciamo comandare un gioco?» «Giocare solo con le femmine? No, non mi interessa. Preferisco stare seduto.» «E se noi ti convinciamo?» «No, non mi convincete». «Sì, è vero. Noi lui non lo sappiamo convincere. Non riusciamo. Neanche se facciamo comandare lui. Poi io non vaglio far comandare lui.. E poi se a lui non interessa giocare con noi femmine, neanche a me che sono una femmina interessa giocare con lui.». «A me lui mi ha offeso che non vuole giocare con noi femmine». «A me non interessa niente». «Ognuno fa come vuole». «Non lo convinciamo perchè lui è una testa dura». «Peggio per lui, allora starà seduto lì vicino al maestro per un’altra settimana o due».

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