«Stato di emergenza fino al 31 luglio»
L'indicazione del Cts al governo 14.242 i nuovi casi Covid su 141.641 tamponi, quasi 80mila le vittime da inizio pandemia
L'indicazione del Cts al governo 14.242 i nuovi casi Covid su 141.641 tamponi, quasi 80mila le vittime da inizio pandemia
Stato d’emergenza fino al 31 luglio: è l’indicazione che il Comitato tecnico scientifico avrebbe dato ieri al governo in vista del nuovo Dpcm sulle disposizioni anti Covid che dovranno entrare in vigore dal 16 gennaio. Quattro gli elementi che preoccupano gli esperti del Cts: l’impatto ancora alto del virus sull’occupazione dei posti letto ospedalieri (in base all’ultimo monitoraggio, 13 regioni hanno superato la soglia critica); la campagna vaccinale; la circolazione del Covid all’estero; la possibile sovrapposizione dell’influenza alla pandemia. Lo stato d’emergenza scadrà il 31 gennaio, per adesso il governo sembra orientato a prorogarlo al 31 maggio ma non è escluso che prevalga la linea del Cts, che sul fronte sci ha confermato: impianti chiusi e Mondiali di Cortina (8 – 20 febbraio) a porte chiuse. Oggi il ministro Speranza illustrerà le misure anti Covid al parlamento ma potrebbero essere oggetto anche del Consiglio dei ministri.
I numeri del bollettino del ministero della Salute confermano i timori dei tecnici: sono stati 14.242 i nuovi casi di Coronavirus ieri in Italia su 141.641 tamponi effettuati. Il tasso di positività si è attestato al 10,05%, in calo rispetto al 13,6% di lunedì. Le vittime sono state 616, i decessi da inizio pandemia sono saliti a 79.819. Sei in meno i pazienti in terapia intensiva registrati ieri, portando il totale a 2.636. Ma nei reparti ordinari sono aumentati di 109 unità (23.712 in totale). In isolamento domiciliare ci sono 543.692 persone (meno 6.042).
Con 2.134 nuovi casi, è il Veneto la regione con l’incremento maggiore. Segue Sicilia (1.913), Emilia Romagna (1.563), Lazio (1.381), Puglia (1.261) e Lombardia (1.146), dove aumentano i ricoveri sia in terapia intensiva (più 4) che negli altri reparti (più 119). «Un caso Piemonte» viene invece sollevato dal sindacato dei medici Anaao Assomed: «La percentuale dei positivi al Covid ricoverata in reparti di Medicina o Rianimazione è superiore al 19% del totale dei positivi, cioè quasi un soggetto attualmente positivo su 5 in Piemonte è ricoverato, contro una media nazionale che non arriva a 1 su 20».
Ci sarebbero, secondo l’Anaao, 40mila positivi in più mai testati: «Dal mese di dicembre si è assistito a una drastica riduzione dei positivi in isolamento domiciliare, quindi del totale degli attuali positivi, che non ha paragoni con le altre regioni ma lo stesso andamento non hanno avuto né i ricoveri in Medicina, né in Rianimazione, né i decessi. O in Piemonte esiste una variante meno contagiosa ma nettamente più aggressiva oppure ci siamo persi migliaia di contagiati asintomatici o paucisintomatici mai sottoposti a tampone». La situazione in Italia resta delicata. Ieri il ministero della Salute ha smentito l’ipotesi, attribuita al titolare Roberto Speranza, di introdurre la zona rossa per 100 giorni per raffreddare la curva del contagio.
Necessario aumentare la dote di vaccini. Alle 19 di ieri erano 752.608 le dosi somministrate in Italia, pari al 73,6% della fornitura avuta. Lunedì notte sono arrivate le prime dosi, circa 47mila, del farmaco Moderna. Il carico è stato consegnato all’Istituto superiore di Sanità, a Roma, oggi è partita la distribuzione nel paese: «Priorità alle regioni con un maggior numero di abitanti sopra gli 80 anni» l’indicazione dell’Iss. I lotti devono essere conservati tra meno 25 e meno 15 gradi. Dopo lo scongelamento, il vaccino può essere mantenuto tra 2 e 8 gradi per 30 giorni.
Moderna è consigliato solo sopra i 18 anni (Pfizer dai 16) e le due somministrazioni devono essere fatte a distanza di 28 giorni, invece dei 21 di Pfizer. L’immunità è acquisita dopo due settimane dalla seconda dose anziché dopo una settimana, come Pfizer. All’Agenzia europea del farmaco, intanto, è arrivata la richiesta di valutare il vaccino Oxford AstraZeneca, già approvato nel Regno unito. La risposta dell’Ema dovrebbe arrivare entro il 29 gennaio. La Commissione Ue ha firmato contratti anche con Sanofi-Gsk, Johnson & Johnson, CureVac. In corso i negoziati con Novavax e Valneva.
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