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Statale di Milano: congelati gli accordi con l’israeliana Reichman University

Statale di Milano: congelati gli accordi con l’israeliana Reichman University

Gli studenti: «Vittoria storica» La decisione a seguito di un incontro con la rettrice Brambilla

Pubblicato 4 giorni faEdizione del 22 ottobre 2024

L’Università Statale di Milano ha congelato i propri accordi con l’università israeliana Reichman. Lo hanno annunciato con un comunicato sui propri canali social i Giovani Palestinesi e l’Unione degli universitari: la decisione segna la vittoria di una battaglia che gli studenti milanesi portano avanti almeno dalla scorsa primavera, quando durante le settimane di occupazione la lettera che chiedeva la rescissione degli accordi raccolse oltre 1500 firme in tutto l’ateneo, tra studenti, docenti e personale. 

La decisione, si legge nel comunicato, arriva in seguito a un incontro che le organizzazioni studentesche hanno avuto con la rettrice Brambilla lo scorso 18 ottobre, e il congelamento degli accordi ha effetto immediato. Non è il primo caso in Italia: a giugno l’università di Palermo aveva deciso di sospendere tutti gli accordi in essere con università israeliane; ad aprile invece sempre la Statale di Milano aveva sospeso le relazioni con la Ariel University, costruita all’interno degli insediamenti illegali di Israele in Cisgiordania. La partnership tra l’università milanese e la Reichman prevedeva un accordo di mobilità per gli studenti di giurisprudenza, siglato nel 2022 e che sarebbe rimasto in vigore fino a febbraio 2027. Dopo aver reciso il legame anche con la Reichman l’università di Milano non intrattiene più alcun rapporto con istituzioni israeliane.

Una vittoria non scontata per il movimento di solidarietà con la Palestina, arrivata dopo il cambio di guida dell’ateneo e una mobilitazione duratura. Marina Brambilla, infatti, è rettrice dal 1° ottobre dopo essere succeduta ad Elio Franzoni, che aveva rifiutato di recidere l’accordo. La richiesta di sospendere la collaborazione era arrivata infatti al Senato accademico già due volte: a maggio il rettore Franzoni mediò la proposta, istituendo una commissione straordinaria deputata a valutare la chiusura di accordi internazionali con università in paesi in cui fossero in corso occupazioni militari palesi violazioni dei diritti civili. Il lavoro della commissione era stato poi votato in un ulteriore Senato accademico a luglio – straordinario anche questo – venendo bocciato: 24 i voti contrari, 6 i favorevoli, di cui la metà studenteschi. 

La Reichman è l’unica università privata israeliana, nata nel 1994 come centro privato di studi interdisciplinari per poi ottenere nel 2021 lo status di università. Inizialmente era Centro interdisciplinare Herzliya, con il passaggio a università è stata rinominata, venendo intitolata al proprio fondatore Uriel Reichman, accademico e politico israeliano. Sorge sul territorio di una ex base militare a Herzliya, poco a nord di Tel Aviv, e proprio la vocazione bellica di alcune attività dell’istituto era al centro delle richieste degli studenti. L’istituto dall’inizio della guerra si è mobilitato per prendere parti agli sforzi bellici attivando diversi programmi, come si legge sul loro sito. Riserva, inoltre, borse di studio destinate a membri o ex-membri dell’esercito israeliano, considerati dall’ateneo i futuri leader del paese.

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