Stan Laurel e Oliver Hardy aprono stasera Locarno 71
Cinema Con «Liberty» di Leo Mc Carey, assaggio della retrospettiva dedicata al regista, il via alla nuova edizione del festival svizzero, l'ultimo sotto la direzione di Carlo Chatrian
Cinema Con «Liberty» di Leo Mc Carey, assaggio della retrospettiva dedicata al regista, il via alla nuova edizione del festival svizzero, l'ultimo sotto la direzione di Carlo Chatrian
Oggi la Confederazione Elvetica celebra la sua festa nazionale. Si festeggia la nascita della Confederazione ai primi di agosto del 1291. Bande e fuochi d’artificio ovunque. Locarno compresa, anche se qui le celebrazioni sono almeno due, quella nazionale svizzera e quella locale dovuta all’inaugurazione del Festival edizione 71. Quindi, mentre in piazza Grande si assisterà alla proiezione di Liberty di Leo McCarey con Stan Laurel e Oliver Hardy protagonisti (un assaggio della retrospettiva dedicata al regista), seguiti da Les Beaux Esprits di Vianney Lebasque, si potranno sentire gli echi dei botti in lontananza.
In realtà, ormai da qualche anno, il festival offre qualche proiezione in anticipo. L’altra sera è stato il documentario dedicato all’architetto Mario Botta, Oltre lo spazio di Loretta Dalpozzo e Michele Volontè, presentato nella sala del Gran Rex, restaurato come un tempio del cinema, infatti i benefattori che hanno contribuito alla ristrutturazione sono gratificati come coloro che un tempo vedevano il loro nome sulle panche delle chiese. Ieri sera invece, in piazza Grande festa a ingresso libero per il pubblico locale per Grease di Randal Kleiser in occasione del quarantesimo compleanno. John Travolta e Olivia Newton John ballerini con Grease, la canzone scritta da Barry Gibb dei Bee Gees e cantata da Frankie Valli e tutte le altre che compongono la colonna sonora del musical epocale.
Nei prossimi giorni , come già successo a Cannes e Annecy, anche Locarno firmerà l’impegno per assicurare la parità di genere, in accordo con Swan (Swiss Women’s Audiovisual Network), saranno il presidente del festival Marco Solari e il Vicepresidente Carla Speziali a sottoscrivere il documento. Quest’anno il festival ha piazzato 4 film di registe donne su 18 in piazza Grande, 3 su 15 nel concorso internazionale e 7 su 15 nella sezione Cineasti del presente. Carlo Chatrian, direttore artistico uscente, dal 2020 andrà a dirigere Berlino, lascia quindi con un netto incremento di presenza registica femminile nei confronti degli anni precedenti.
E la fuoriuscita di Chatrian apre sia ipotesi che pettegolezzi sugli scenari futuri del festival. C’è chi vedrebbe già decisa una direzione femminile, chi invece ipotizza scelte di altro genere e chi ritiene che ancora nulla sia stato deciso in merito. Per certo nessun annuncio ufficiale verrà fatto prima che sia conclusa questa edizione 71. Che vede diversi ospiti pronti a ricevere riconoscimenti per la loro carriera.
Per esempio Meg Ryan che riceverà il Leopard Club award, celebrata con la proiezione di film che l’hanno vista protagonista: Insonnia d’amore di Nora Ephron (1993), In the cut di Jane Campion (2003). Bruno Dumont verrà invece insignito d’un Pardo d’onore, mentre Ethan Hawke è titolare dell’Excellence award e Kyle Cooper, autore di centinaia di titoli di testa di film famosi (tra cui quelli indimenticabili di Se7en) otterrà il Vision award Ticinomoda. Ma il riconoscimento più curioso sembra essere il premio Raimondo Rezzonico a Ted Hope, produttore indipendente che ha consentito la realizzazione di film come American Splendor (2003) di Shari Springer Berman e Robert Pulcini, Happiness (1998) di Todd Solondz, The Ice Storm (1997) di Ang Lee e il superlativo Manchester by the Sea (2016) di Kenneth Lonergan.
Per Paolo Taviani sarà invece omaggio, anche per ricordare Vittorio, con la proiezione di Good Morning Babilonia (1987), mentre un altro ricordo intenso è per Claude Lanzmann, da poco scomparso, con la riproposizione di Shoah (1985), il più esaustivo, emozionante, commovente e completo documentario che sia mai stato realizzato sull’argomento.
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