Visioni

Stadi aperti: continua il dibattito

Stadi aperti: continua il dibattito

Sport A poche settimane dall'inizio della nuova stagione, le polemiche intorno a parziali aperture al pubblico. La situazione in Europa

Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 4 settembre 2020

Dibattito aperto in Italia, stadi aperti in Europa. Si discute da settimane della riapertura del calcio al pubblico nonostante il balzo in avanti dei contagi da Covid-19, un passaggio obbligato per il vero ritorno al pallone dopo la bufera creata dalla pandemia, atteso dai tifosi e soprattutto dai club che con le tribune chiuse hanno dovuto rinunciare a lauti incassi e percentuali dagli sponsor. La promessa di fine luglio del ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, ovvero impianti parzialmente aperti al pubblico per il campionato a settembre, risente del trend in ascesa dei contagiati. La palla è lanciata nel campo del Comitato tecnico scientifico, sollecitato all’apertura dei cancelli dalla federcalcio, che ha predisposto un documento con un piano sicurezza. E altri attori principali del calcio italiano hanno posto il tema sul tavolo.

LA REGIONE Piemonte ha chiesto l’autorizzazione al Cts per l’apertura dell’Allianz Stadium, la casa dei bianconeri, con la preparazione di un piano di sicurezza per i tifosi. E nei giorni scorsi anche il neo tecnico della Juve, Andrea Pirlo, si è sbilanciato sul ritorno del tifo allo stadio e come lui altri tecnici, da Gattuso a Mihajlovic. Insomma, discussioni, ipotesi, con lo sguardo rivolto alla finale della Supercoppa Europea tra Bayern Monaco e Siviglia che sarà giocata il 24 settembre davanti a poco più di 20 mila spettatori alla Puskas Arena di Budapest. Un esperimento voluto dall’Uefa per studiare l’impatto del ritorno del pubblico negli studi europei. E un altro test pilota per il ritorno graduale alla normalità si è avuto in Inghilterra, con 2500 persone sugli spalti per l’amichevole tra Brighton e Chelsea: pubblico attento alle linee guida del governo inglese, tra misurazione della temperatura, distanziamento e utilizzo della mascherina, dispenser all’ingresso dei vari settori dell’impianto.

E SE L’ITALIA attende l’esito della prova della Supercoppa Europea, in altri Paesi si gioca già a porte aperte. A tappe, con ingressi ridotti, con il silenzio assenso della pandemia, che possiede le chiavi d’ingresso decidendo se l’apertura sarà a tempo determinato. Ma si riparte. Nel campionato francese (Ligue 1) si sta rispettando il tetto di cinquemila presenze, tra tifosi e addetti ai lavori, dal via a metà agosto. In Germania c’è il Lipsia, sorpresa dell’ultima edizione di Champions League, il progetto vincente targato Red Bull, che accoglierà i tifosi sugli spalti già dal via, il 20 settembre contro il Mainz. In tribuna massimo 8500 spettatori, ⅕ della capienza, sorteggiati tra gli oltre 22 mila abbonati. L’autorizzazione concessa al Lipsia dalla Sassonia (la decisione spetta ai Lander) è comunque legata ai dati sui contagi da Covid-19, attualmente di 3,2 nuovi casi a settimana su ogni 100 mila abitanti tedeschi. Se la curva dovesse impennare, il match si giocherà a porte chiuse. Il protocollo sanitario che il pubblico dovrà seguire prevede, oltre al distanziamento, l’uso obbligatorio delle mascherine, il divieto di consumo di bevande alcoliche, oltre all’assenza forzata dei sostenitori della squadra ospite.

E IN BUNDESLIGA altri club, Hertha e Union Berlino, Eintracht Francoforte e Wolfsburg, hanno chiesto di poter fare accedere nei rispettivi impianti un numero limitato, sempre la quinta parte della capienza massima. Prima della partenza della Bundesliga, sono in programma, dall’11 al 14 settembre, alcune partite della Coppa di Germania ed è possibile che anche in quel caso possa essere autorizzata la presenza parziale del pubblico.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento