«Libertà per gli agenti cubani detenuti da 15 anni»
INTERVISTA Insieme a un gruppo di senatori - Pd, 5S, Sel - Daniela Valentini scrive al presidente Usa
INTERVISTA Insieme a un gruppo di senatori - Pd, 5S, Sel - Daniela Valentini scrive al presidente Usa
«Gentile presidente, ci permettiamo di disturbarla per un’importante vicenda che interroga le nostre coscienze e che attiene al rispetto dei diritti umani». Comincia così la lettera indirizzata a Barack Obama da un gruppo di senatori del Pd: per chiedere «un atto di clemenza, se non di giustizia» nei confronti di «tre prigionieri cubani», Ramon Labañino, Gerardo Hernandez e Antonio Guerrero. Tre agenti inviati negli Usa per prevenire l’attività sovversiva dei gruppi anticastristi a Miami, finiti invece in carcere nel settembre del ‘98. Condannati all’ergastolo nel corso di un’intricata vicenda giuridica, da allora sono detenuti in condizioni durissime. La loro è conosciuta come la vicenda dei Cinque, ma Fernando Gonzalez e René Gonzalez Sehwerert, sono tornati a casa dopo aver scontato interamente la pena. La lettera dei senatori italiani, che ha raccolto il consenso di molti altri loro colleghi e deputati nel Movimento 5 Stelle e in Sel, reca come prima firma quella della senatrice Daniela Valentinini, promotrice dell’iniziativa.
Senatrice, perché sostiene questa causa? Di solito, anche nel suo partito, Cuba incontra più detrattori che difensori.
Questa è un’iniziativa di singoli parlamentari. E ha riscosso interesse ben oltre le 35 firme raccolte, per cominciar, nel Partito democratico, nel Movimento 5 Stelle e in Sel. Conoscevo la vicenda, ma ne sono stata investita direttamente quando è venuta in Italia la figlia di Ramon Labañino. L’ho incontrata tramite l’Associazione di amicizia Italia Cuba. Con dignità ed equilibrio, mi ha spiegato che il padre è detenuto da 15 anni in condizioni durissime. È su una sedia a rotelle e non riceve cure. Gli danno da mangiare a ore sempre diverse per fargli perdere la nozione del tempo. I familiari possono incontrarlo una volta all’anno, ma le visite saltano senza ragione. Anche gli altri due prigionieri soffrono una detenzione analoga. La loro vicenda attiene al rispetto dei diritti umani. A luglio ho deciso di scrivere all’allora ministra degli Esteri Emma Bonino, che ha dato la propria disponibilità, e mi ha fornito un quadro delle possibilità di intervento. I rapporti tra Stati uniti e Cuba sono delicati. Però, negli ultimi tempi, si sono registrate alcune aperture. Cuba vuole scambiare la libertà dei tre agenti con quella di Alan Gross, condannato a 15 anni per “attività sovversive”. Gli Stati uniti negano che Gross fosse nel paese per conto della Cia. Però è stata inviata a Cuba una commissione titolata.
Federica Mogherini, attuale ministra degli Esteri, sosterrà l’iniziativa?
Chiederemo un appuntamento, sono convinta che questo lavoro possa proseguire. Luigi Manconi, presidente della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani, ha firmato la lettera a Obama. A breve arriverà Mariela Castro, figlia del presidente cubano Raul, per un’audizione sui diritti umani dei 3 agenti in carcere presso la Commissione. Come gruppo di deputati democratici chiederemo un incontro ai Democratici americani. Abbiamo consegnato la lettera all’ambasciata statunitense. La nostra iniziativa è un motore sempre più forte. Speriamo che Obama dia un segnale e che i tre agenti possano tornare presto dalle loro famiglie.
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