«Splendida e terribile», la nostra Prima più difficile
Al manifesto il Premio Ferrari 2016 La «cover» vincente è quella del 3 settembre scorso, con la foto del corpo di un bambino siriano sulla spiaggia di Bodrum, in Turchia. Il titolo era «Niente asilo»
Al manifesto il Premio Ferrari 2016 La «cover» vincente è quella del 3 settembre scorso, con la foto del corpo di un bambino siriano sulla spiaggia di Bodrum, in Turchia. Il titolo era «Niente asilo»
È stata una delle nostre più difficili prime pagine e anche per questo il riconoscimento che ha ricevuto è particolarmente gradito. La redazione del manifesto ha vinto il premio Ferrari (mille bottiglie) per aver realizzato la migliore prima pagina del 2015. La «cover» del nostro giornale è quella del 3 settembre scorso, con la foto del corpo di un bambino sulla spiaggia di Bodrum, in Turchia. Il titolo era «Niente asilo».
Quella foto fece il giro del mondo e fu pubblicata da migliaia di siti e testate giornalistiche. Ma la scelta è caduta sul manifesto per aver rappresentato una tragedia biblica, restituendola ai lettori, grazie al titolo, nella sua complessità, in virtù di quelle due parole di «molesto e gelido orrore» come scrivemmo il giorno dopo per raccontare ai lettori le ragioni di quella scelta.
La direttrice, Norma Rangeri, ritirando il premio – che ci viene assegnato per la terza volta – ha spiegato che ogni titolo è frutto di un lavoro di gruppo, di una laboriosa composizione tra titolo e immagine, per superare l’immediatezza della notizia, destinata a invecchiare in poche ore.
La giuria del Premio (ideato da Guido Vigna), composta di giornalisti della televisione e della carta stampata (presidente Giulio Anselmi, Aldo Cazzullo, Andrea Vianello, Emilio Carelli (Sky) e non solo (Roberto Saviano), ha scelto la copertina con questa motivazione: «Splendida e terribile. Una prima pagina, questa del manifesto, che è perfetta, nella sua tragicità, in forza della straordinaria simbiosi tra l’immagine di un corpicino che è stato abbandonato dalla vita e il titolo, due parole soltanto che hanno tanti significati, uno soprattutto che più brutale non si può: fine delle speranze per questo bimbo morto inseguendo la speranza».
Durante la serata, mercoledì negli spazi della Triennale, a Milano, sono stati assegnati altri due premi: a SportWeek per la copertina dedicata ai diritti con un bacio tra due rugbisti gay, e al tedesco Frankfurter Magazin per aver dedicato l’intero numero all’Expo di Milano.
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