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Sotto il segno di Ingrid

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Cannes 68 L'Italia in gara con Moretti, Garrone, Sorrentino. Nel gioco del chi c'è e chi manca, le polemiche sulla selezione d'oltralpe

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 17 aprile 2015

Nonostante la concorrenza, sempre più agguerrita, la crescita di prestigio di festival nuovi – vedi quello di Toronto – il Festival di Cannes continua a essere l’avvenimento più importante per il mercato cinematografico, e le produzioni si fermano in attesa del «responso». L’edizione numero 68 – inaugurazione il 13 maggio fino al 24 – è caratterizzata oltre che dalla presenza massiccia del cinema francese (quattro titoli solo nel concorso) da quella italiana. Tre i film in gara, Mia madre di Nanni Moretti, Tale of Tales – Il racconto dei racconti di Matteo Garrone, e The Youth di Paolo Sorrentino nell’euforia generale. Erano nell’aria, Moretti è amatissimo oltralpe, e Frémaux non poteva lasciarsi sfuggire il suo nuovo film, sia lui che Garrone a Sorrentino (che come ha fatto notare la rivista specializzata americana Variety parlano entrambi inglese) sono registi cari al Festival, dove hanno spesso presentato i loro film, sono stati premiati – Garrone per Reality dalla giuria presieduta proprio da Moretti. Eppure, come sempre quando si parla del Festival di Cannes, nulla è mai scontato, nemmeno che li prendessero tutti insieme.

 

La selezione francese, Mainwenn, Jacques Audiard, Valerie Donzelli,e uno sconosciuto, Stéphane Brizé ha scatenato oltralpe già una polemica (sappiamo che sui titoli nazionali le cose sono sempre difficili) per l’assenza (non motivata) di Arnaud Desplechin, anche lui regista di Cannes, il cui nuovo Trois souvenirs de jeunesse pare sia molto bello – Desplechin è un regista sempre sorprendente, a leggere i film precedenti di Brizé si ha invece l’idea di un cinema medio.

 

 

Nello sventolio di bandiere tricolore è un po’ oscurato il film di Roberto Minervini (Certain regard) The Other Side, che pensiamo sia una delle proposte «forti» della selezione. Origini italiane (e coproduzione italiana) Minervini è un regista fuoriclasse tra i talenti emersi negli ultimi anni.
Altre assenze «pesanti» sono quella del regista portoghese Miguel Gomes (Tabu), adoratissimo in Francia, il suo Arabian Nights, le Mille e una notte nel Portogallo della troika era dato quasi certo sulla Croisette ma forse Fréamux si è fatto spaventare dalla durata (sei ore)? Lo stesso vale per la Palma d’oro per  Zio Boonmee, Apichapong Weerasethakul – ma verranno annunciati altri titoli.

 

Rinunciare a qualcosa nel fabbricare una selezione è inevitabile: questione di gusti, e di equilibri scivolosi di distribuzioni e produzioni che nei grandi festival sono da calibrare al millimetro a costo pure di sacrificare la qualità. Che Festival sarà, allora, Cannes 68, sotto al segno di Ingrid Bergman? Ci sono registi che amiamo, Van Sant, Todd Haynes, Jia Zhangke, Lanthimos, Hou Hsiao Hsien, il ritorno di Souleyman Cissè anche se fuori concorso (come Woody Allen).

 

Poi ci sono i nomi da scoprire, specie al Certain Regard, sezione nata con questo ruolo – anche se negli anni spesso le cose si sono confuse, e lì c’erano i film migliori della selezione, come Lo strano caso di Angelica di De Oliveira. La prima impressione è che Frémaux abbia mescolato proposte nuove e i registi «sicuri» (e star ovviamente), in entrambi i casi però senza troppo rischio. Garrel, per fare un esempio, aprirà la Quinzaine. Ma anche questo fa parte dell’immutabile rito della Croisette. Proprio come le

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