Visioni

Sotto il cielo di Fred (Buscaglione)

Sotto il cielo di Fred (Buscaglione)Fred Buscaglione

SanaMente Il mito mai appannato del cantante protagonista per il terzo anno di un festival organizzato a Torino, cui è abbinato un Premio per giovani cantautori.

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 19 febbraio 2014

Erano gli anni ’50 del secolo passato. La puntina del ”grammofono” gracchiava sul 78 giri, l’America era un mito indiscusso, gli uomini sognavano le bionde. Fu allora che fece la sua comparsa, uscendo da una casa molto modesta di via Vanchiglia, Torino, a quattro passi dal Po, un signore in gessato, cappello da gangster e baffetti. Cantava le pupe e il dritto di Chicago, le notti al whisky facile, Teresa non sparare. Si chiamava Ferdinando Buscaglione, in arte Fred. Quando, il 3 febbraio 1960, la sua Ford Thunderbird color lilla si schiantò nella notte romana, la musica perse una voce inconfondibile e un protagonista tanto ironico quanto intelligente. Ma il mito non si è mai appannato, e da tre anni la capitale piemontese lo ripropone con il festival “Sotto il cielo di Fred”, cui è abbinato il Premio Buscaglione, per giovani cantautori.

La manifestazione, partita il 15 febbraio, si concluderà il 22: una settimana di felice abbinamento tra note musicali e note gastronomiche. Le prime vedranno sul palco delle Officine Corsare, il 20 e il 21, i dieci semifinalisti, mentre i quattro finalisti saranno di scena il 22 all’Hiroshima Mon Amour. Tra gli ospiti, i Diaframma, i Fast Animals and Slow Kids, i Management del dolore postoperatorio. Assai più che il whisky e i night, Fred amava il vino barbera e la cucina piemontese, serviti nelle piole, le osterie di Torino, che lo videro assiduo cliente. Anche se le piole superstiti sono ormai poche, i locali che guardano al presente e al passato con buon compromesso, registrano costante crescita. In 32 hanno risposto all’appello per servire, durante i giorni del festival, il Menu Buscaglione: 15 euro per quattro antipasti, un primo, un dolce, acqua e caffè. Il barbera arriva da otto produttori regionali. Piatto preferito dall’interprete di Che bambola i tajarin (tagliolini) al limone. Poiché questa rubrica ha il compito di consigliare, ecco allora i posti che, secondo noi, meglio conservano (o ripropongono) i tempi di Fred. Caffè Vini Ranzini: tavoli, sedie, bancone, decori alle pareti, splendidamente fermi a più di mezzo secolo fa; De Amicis Café Restaurant, grande dehors con topia (pergola) e molta gentilezza; Ristorante Ratatui, quartiere Campidoglio, là dove, dal 1945 al 1987, c’era un circolo del PCI; due bocciofile, vecchietti inclusi: Mossetto e La montagnola; al mercato di Porta Palazzo il Bar del Balon, sotto la Mole l’Enoteca Vineria La buta stupa (la bottiglia stappata); in una piccola via del centro storico si incontrano le Officine Bohemien, buon cibo, buon bere e ottimi concerti spesso gratuiti; in Vanchiglia c’è il Barricata Bar Bistrò, mentre nella via che porta all’università, via Sant’Ottavio, un posto semplice e accogliente è La piola di Alfredo. Indirizzi, e programma del festival li trovate digitando sottoilcielodifred.it. “Che baci, che baci quella notte!/ Sono un duro, ma facile alle cotte/ Mi son preso un’ imbarcata per la bionda platinée/ Pensa un po’ che in un’annata/ m’ ha ridotto sul pavé”. Indimenticabile Fred!

ldelsette@yahoo.it

 

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