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Sospesi due leghisti, domani Tridico risponde alla camera

Sospesi due leghisti, domani Tridico risponde alla cameraIl presidente dell'Inps Pasquale Tridico

Bonus Parlamentari I due deputati hanno ammesso di aver avuto il bonus da 600 euro. Istruttoria del garante per la privacy sulla gestione dei dati Inps. Anche l’istituto decide per un audit interno, mentre anche l’Agenzia delle entrate era al corrente dei nomi

Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 13 agosto 2020

Toccherà aspettare fino a domani per conoscere ufficialmente i nomi dei politici che hanno chiesto il bonus da 600 euro. Ma due sono già stati sospesi dalla Lega.

Sarà direttamente il presidente dell’Inps Pasquale Tridico a svelarli tutti in parlamento, audito dalla commissione Lavoro alla Camera a partire dalle ore 12. Dopo il via libera del Garante della Privacy, il presidente della Camera Roberto Fico ha cercato il modo migliore e più istituzionale possibile per rendere pubblici i nomi da giorni al centro delle polemiche politiche.

DUE PERÒ – SUI CINQUE che pare abbiano fatto domanda – sono certi. Sulla graticola da giorni, ieri la Lega ha deciso la «sospensione» per il deputato mantovano Andrea Dara e la piacentina Elena Murelli. «Dopo aver ascoltato e verificato le rispettive posizioni, si conferma il provvedimento della sospensione», rende noto il capogruppo Riccardo Molinari. «Pur non avendo violato alcuna legge – dice Molinari – è inopportuno che parlamentari abbiano aderito al bonus». L’evidente imbarazzo del partito di Salvini è attutito da un’accusa assai zoppicante: «È comunque incredibile che i vertici dell’Inps non abbiamo versato ai lavoratori che aspettano da marzo quanto dovuto e che abbiano invece versato a chi non era in difficoltà».

L’ATTACCO È NATURALMENTE verso Tridico, presidente nominato anche dalla Lega durante il governo gialloverde, nonostante un irrisolto tira e molla sulla funzione di vice o direttore generale.

Lo stesso Tridico – in silenzio dal giorno dell’anticipazione pubblicata da Repubblica – venerdì darà la sua interpretazione della vicenda, avvolta dai sospetti di uso politico della notizia per sparare ulteriormente sulla «casta dei parlamentari» alla vigilia del referendum costituzionale che ne punta a confermare il taglio di un terzo.

Ieri poi il neo Garante per la Privacy Pasquale Stanzione – eletto da poche settimane – ha annunciato l’apertura di una istruttoria sulla vicenda e inviato «una richiesta di informazioni all’Inps» «sulla metodologia seguita dall’Istituto rispetto al trattamento dei dati dei beneficiari e alle notizie al riguardo diffuse». Più nello specifico, «il Garante chiede di conoscere quale sia la base giuridica del trattamento effettuato sui dati personali dei soggetti interessati; l’origine e i tipi di dati personali trattati, riferiti alla carica di parlamentare e amministratore locale e regionale; le modalità con cui è stato effettuato il trattamento, con specifico riguardo all’operazione di “raffronto” dei dati personali dei soggetti richiedenti o beneficiari del bonus, con quelli riferiti alla carica di parlamentare e amministratore locale e regionale; l’ambito del trattamento ed eventuali comunicazioni a terzi di tali dati». Insomma, una messa sotto accusa totale del sistema di gestione dei dati da parte dell’Inps.

NONOSTANTE NON CI SIANO state risposte ufficiali, dall’Istituto in questi giorni è stato spiegato che il controllo è stato effettuato dal responsabile dell’unità antifrode Antonello Crudo. Si tratta di un dirigente esperto, passato sotto tutte le ultime gestioni, cambiando spesso mansione: è stato spostato dall’amministrazione finanziaria – dove lo piazzò Boeri – all’antifrode direttamente da Tridico a fine 2019. Si tratta di un ruolo delicato che riferisce direttamente al presidente. Per questo motivo molti pensano che sia stato Tridico direttamente a svelare i nomi, ma l’attuale presidente smentisce e promette querela a chi lo sostiene.

All’Inps comunque è già stato deciso un audit interno che indagherà sulle procedure di espletamento dei controlli.

In realtà più passano i giorni e più è chiaro che i nomi sono conosciuti da un numero molto ampio di persone. Lo conferma il fatto che quasi tutti i gruppi parlamentari abbiano fatto intendere di esserne in possesso o di poter smentire la presenza o meno di loro deputati o senatori. I dati patrimoniali infatti sono condivisi da Inps e Agenzia delle Entrate e la smentita di Italia Viva di avere tra le sue fila un richiedente bonus potrebbe arrivare direttamente dal rientrante direttore Ruffini, molto vicino a Renzi.

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