La nuova narrativa turca cerca di convincere il sud est del paese che nel mirino di Ankara non ci sono i kurdi, ma il Pkk. Il governo lo ripete ossessivamente: il primo nemico della minoranza è il Partito Kurdo dei Lavoratori. Così non è: la campagna in corso dal luglio 2015 non è più solo militare, ma anche politica e sociale. Ieri il governo, sull’onda delle purghe post-golpe che hanno colpito il cosiddetto Stato parallelo dell’imam Gulen, ha licenziato altri 27.715 insegnanti e ne ha sospesi oltre 9mila. L’accusa è la stessa che ha portato due settimane fa alla sospensione...