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Sorrisi e sguardi satanici, autunno horror

Sorrisi e sguardi satanici, autunno horror

In sala Arrivano i film dell'orrore per Halloween, tra franchise e l'atteso nuovo lavoro di Nicolas Cage...

Pubblicato 2 giorni faEdizione del 26 ottobre 2024

Ottobre si sta per concludere, è lecito aspettarsi qualche mostro dietro l’angolo. Facciamo dunque il punto della situazione. Arriva in sala contemporaneamente in tutto il mondo l’horror Smile 2, atteso seguito dell’omonimo film uscito nel 2022 e che a sua volta trova radici in un cortometraggio precedente dello stesso autore: Laura Hasn’t Sleep (2020). In pochi anni Parker Finn, giovane regista statunitense classe 1987, ha creato un franchise seriale a tinte rosso sangue capace di portare incassi sorprendenti in casa Paramount e infondere aspettative verso un genere che ha sempre disperato bisogno di nuove paure da condividere e materializzare su grande schermo. Smile 2 si presenta con il suo pacchetto di regole non scritte, come spesso succede negli horror che aspirano a riciclarsi in sequel infiniti come la scia di vittime proposte nel proprio minutaggio.

Parte del successo di questa serie è nella scelta del suo mostro. Lontano dall’essere un’icona stile Michael Meyers, il demone (ancora) senza nome di Smile prende il suo posto tra suore inquietanti e bambole possedute nel panorama dell’horror moderno. A questo si aggiunge l’intuizione del sorriso ambiguo (a dire il vero già vista qualche anno prima nel deludente Obbligo o Verità di Jeff Wadlow) che ha reso Smile un prodotto perfetto anche per le logiche di marketing sui vari social network. Dispiace vedere il talento tecnico di Parker Finn intrappolato nella sua stessa creatura, ma forse questa è la vera maledizione di molti horror: nascono creandosi la propria cella in una prigione chiamata franchise.

E a proposito di franchise, il 31 ottobre esce in sala pronto per halloween: Terrifier 3, nuovo capitolo di un progetto indipendente che ha ottenuto successo grazie al passaparola del suo pubblico. Il regista di questi film è Damien Leone, il suo nome è posto sopra il titolo come faceva John Carpenter, ribadendone la proprietà e condividendo la stessa maledizione auto inflitta di Parker Finn. Nel terzo film di Terrifier, il primo che vede il buio della sala in Italia, il clown Art continua la sua escalation di morte aumentando sempre di più il budget e i sacrifici da sfoggiare al cinema. La saga di Damien Leone non si pone alcun dilemma, offre un gioco di violenza spietato ma ingenuo e godibile quasi esclusivamente dagli appassionati dello splatter e del trash (ricordiamo con nostalgia i tempi della Troma).

In questo forse si tratta di un franchise relativamente più sincero rispetto a quello di Smile, il quale tenta di muovere una critica all’industria dell’intrattenimento promuovendone però diverse soluzioni commerciali e prendendo le parti di un’artista ipocrita, ricca, tossica, soffocata dal lavoro e persino dal suo pubblico. Proprio sul pubblico sembra accanirsi, colpevole di godere del raccapricciante spettacolo prodotto. Ad ogni modo il regista Parker Finn si dimostra ancora una volta capace e il film può vantare virtuosismi e inquadrature complesse. Da sottolineare anche la bravura di Naomi Scott, presa dal mondo della Disney, che qui interpreta una cantante dalla fama internazionale. Le coreografie e alcuni aspetti del mondo dello spettacolo si inseriscono nell’estetica di Smile 2 mentre a farla da padrone sono alcune soluzioni di montaggio ripetute senza tregua, in particolare il «taglio interno» che poi è la base del sempre più famigerato jump scare. La formula del primo capitolo viene dunque riproposta in tutto e per tutto alterando solo lo scenario degli eventi e il contesto, mentre le scene spaventose sono più costose ed elaborate con tanto sangue e rumore molesto in più.

Di diverso stampo è l’horror Longlegs, anche questo atteso per halloween in sala. Arriverà proprio il 31 ottobre in Italia dopo essere stato definito un evento cinematografico da tutto il resto del mondo e considerato tra i migliori titoli del 2024. In particolare viene elogiata l’interpretazione di Nicolas Cage che impreziosisce la produzione con un nuovo parrucchino e le sue immense doti camaleontiche. Ma tutti questi titoli horror in uscita a prescindere del notevole successo che stanno ricevendo in termini di incassi dovranno prima o poi confrontarsi con il giudizio del tempo.

I film che restano sono destinati a tornare, come successo il 21 ottobre per un vero classico del cinema dell’orrore tornato sul grande schermo: Carrie Sguardo di Satana, l’originale del 1976 firmato dal maestro Brian De Palma. L’adattamento del primo libro di Stephen King è un vero e proprio film d’autore in cui ritroviamo tutte le accortezze stilistiche del regista di Blow Out e Scarface, dalla tecnica dello split screen ai lunghi piani sequenza rallentati. Per creare un parallelismo con Smile 2 anche qui le dinamiche dello sguardo hanno un ruolo chiave, ma vengono gestite con molta più raffinatezza. Carrie Sguardo di Satana è stato un film innovativo e fondamentale per il genere horror degli anni 70 e oggi si presenta di nuovo al grande pubblico forse incapace di spaventare come una volta, ma conservando la sua potenza espressiva e dandoci la possibilità di riflettere su come la paura e i suoi modi di rappresentazione siano cambiati durante gli anni. Oggi abbiamo bisogno di carneficine estreme come quelle di Terrifier, oppure di essere colti di sorpresa nel buio da un sorriso come in Smile 2.

Il giovane De Palma pensava al di fuori dei canoni di rappresentazione industriali tipici del suo tempo, costruendo del cinema artigianale intorno alla creazione di mostro per niente mostruoso ma con tanto terrore nello sguardo. Si chiedeva di provare empatia, di vivere sulla propria pelle umiliazioni e debolezze e infine di soccombere al desiderio di rivalsa sui propri oppressori in uno scambio di ruoli che diventa il cuore del vero orrore. Un orrore che si affaccia paradossalmente sul reale e che chiede a differenza di tanti altri horror moderni di essere visto, ricordato e contemplato. I maestri del genere horror ci hanno insegnato che è inutile mettere le mani davanti gli occhi: la paura si fissa.

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