Da anni, ormai, della sofferenza mentale si è impossessato un ingegnoso mercato, che punta sulla idealizzazione delle neuroscienze e sugli effetti delle terapie cognitiviste, entrambe perfettamente sintonizzate con l’individualismo contemporaneo e il tempo della fretta. La cacciata in esilio del senso ha colonizzato il senso comune: non è un gioco di parole, è precisamente quanto è avvenuto in coincidenza con ciò che Alain Ehrenberg chiama, nel suo ultimo libro – La meccanica delle passioni (Einaudi, 2019) – l’avvento di un uomo nuovo: «l’uomo neurale». ANCHE A CHI non sia un cultore di Freud è evidente come ciò che ci identifica...