Sokratis Sinopoulos, una lyra alla conquista del mondo
Intervista Il musicista ha inciso un album con la Ecm «Eight Winds». «La crisi economica è stata devastante, ma ora la musica greca è pronta a dichiarare la sua presenza nel mondo»
Intervista Il musicista ha inciso un album con la Ecm «Eight Winds». «La crisi economica è stata devastante, ma ora la musica greca è pronta a dichiarare la sua presenza nel mondo»
Vero divo «pop» in Grecia, nel resto del mondo Sokratis Sinopoulos si sta affermando come originale esponente della world music declinata in chiave jazz, abbracciando la lyra quale musa ispiratrice che in modo arcano suggerisce composizioni, sonorità, assolo, performance in trio e quartetto. E dove parti scritte e improvvisate lavorano alla perfezione, come già notava, anni fa, il grande sassofonista afroamericano Charles Llyod che in jam sesssion si era complimentato con il cinquantenne ateniese, prevedendogli un exploit internazionale.
Per il pubblico italiano chi è in primo luogo Sokratis Sinopoulos?
Mi piace presentarmi come «lyrist», suonatore di lyra. La lyra è uno strumento popolare molto comune in diverse regioni della Grecia perché arriva direttamente dal Medioevo e, con altre forme, addirittura dal periodo aureo classico. La maggior parte dei vecchi musicisti di lyra in sperduti villaggi greci sono addirittura equiparabili ai mitici trovatori o comunque a una tipologia di bardi locali. Sono quelli che io chiamo i musicisti assoluti; suonano la lyra, cantano i testi che loro stessi scrivono e soprattutto compongono la musica. Trovo insomma che tutto questo sia molto affascinante. Tra l’altro, la lyra, con l’ortografia «lira», sopravvive anche da voi in Italia, conosco ad esempio la «Lira di Calabria». È lo stesso strumento!
E con la tua lyra hai pubblicato di recente un disco con un importante etichetta jazz…
Si tratta di Eight Winds, una registrazione di alcune delle mie idee musicali che abbiamo proposto alla ECM lo scorso anno, insieme, io e gli altri tre membri del quartetto, Yann Keerim (piano), Dimitris Tsekouras (basso), Dimitris Emmanouil (batteria). Io lo chiamo ‘idee musicali in bianco’ oppure tratteggi bianchi che possono essere colorati in molti modi differenti utilizzando l’improvvisazione.
Tra i brani che hai composto per l’album quale ami di più?
Ogni volta davvero non riesco a decidermi! Tuttavia 21st March per me è unico, non perché mi piace più come pezzo o composizione, ma per il fatto che abbiamo ottenuto un grande momento in studio, tutti assieme. C’è una parte centrale improvvisata, in questo pezzo, che ha funzionato assai bene per tutti e quattro, senza metterci d’accordo prima…
Ci sono idee, concetti o sentimenti che associ alla tua musica?
Direi che c’è un concetto ed è lo stesso concetto che sta dietro Eight Winds. È quello di cercare di rimanere concentrato nel nostro «luogo» musicale, e lasciare che gli ‘otto venti’ soffino nell’aria. Sentirli, senza andare alla deriva, via, con loro. In altre parole, i miei Otto Venti rappresentano i diversi stili musicali che ho menzionato in precedenza e che mi influenzano, anche se personalmente sento di non aver necessità di seguire esclusivamente l’uno o l’altro stile o l’altro ancora. Vorrei piuttosto optare per la ricerca di una mia voce tra di essi. Ed è qui che il termine «luogo» diventa molto importante. Al tempo stesso è inevitabile, per me, anche l’idea di creare musica dove il colore locale sia riconoscibile.
Come vedi, in generale, il presente della musica nel tuo Paese?
La crisi economica ha avuto un impatto diretto nella cultura, nell’arte e nella musica in tutta la Grecia. Il finanziamento per la cultura ha subito tagli gravissimi e diverse istituzioni sono molto vicine alla bancarotta. Tuttavia sono ancora ottimista perché ritengo che la scena musicale greca sia ora più che mai matura e pronta a dichiarare la sua presenza al mondo. Dico questo perché siamo riusciti a risolvere il tema fondamentale che ha caratterizzato la nostra cultura: fino a poco tempo fa i Greci volevano appartenere o all’Europa o all’Asia, senza vie di mezzo. Ora ci sembra di capire che siamo sia occidentali sia orientali e abbiamo bisogno di unire tutte le nostre caratteristiche. Ed è questo, credo, l’unico modo, anche nel jazz o nella musica, per ricostituire una moderna identità greca.
Progetti musicali per il futuro ?
Abbiamo iniziato a suonare Eight Winds in concerto per la Grecia e presto potremo iniziare un tour in tutta Europa. Anche un secondo album con la stessa formazione è nei nostri piani…
Alla fine come definiresti la musica di Sokratis Sinopoulos?
C’è un termine che ultimamente i critici inglesi usano spesso, nel tentativo di descrivere la musica non definita: è la parola genre-less [letteralmente non-genere, ndr]. Io sto bene con il genre-less. Inoltre quello che stiamo facendo si potrebbe descrivere come musica modale, riferendoci anche ai modi dell’antica Grecia. In realtà è un sound al centro di influenze tanto jazz, folk, classiche, quanto di world music e di musica improvvisata.
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