Italia

Società civile il 4 maggio in piazza a Napoli

Migranti In marcia per rivendicare «Prima le persone»: il 4 maggio a Napoli società civile, sindacati e attivisti animeranno il corteo «a favore di una società giusta, contro la deriva culturale, […]

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 11 aprile 2019

In marcia per rivendicare «Prima le persone»: il 4 maggio a Napoli società civile, sindacati e attivisti animeranno il corteo «a favore di una società giusta, contro la deriva culturale, sociale ed etica che usa paura e risentimento per minacciare i principi fondanti della nostra Repubblica e che ripropone istanze fasciste, razziste, sessiste e omofobe».

Per finanziare l’iniziativa gli organizzatori hanno stampato magliette con su inciso l’articolo 3 della Costituzione.
Com’è nata l’iniziativa lo spiega Raffaella Palladino, presidente di Dire – Donne in rete contro la violenza: «L’idea è partita il giorno dopo la manifestazione antirazzista di Milano del 2 marzo. Al primo appello hanno aderito in 41, poi sono diventati 400, domenica scorsa eravamo più di mille e continuiamo a crescere.

C’è un bisogno collettivo di prendere l’iniziativa andando oltre la semplice indignazione. Gli italiani non hanno capito subito l’impatto del nuovo governo giallo verde ma, dopo il decreto Sicurezza, è apparso chiaro cosa stava succedendo: stanno cancellando i diritti costituzionali, non solo dei più fragili».

Domani pomeriggio alle 17 gli organizzatori si riuniranno nella sede della Stella film per pianificare i passi successivi in vista del 4 maggio. Intanto le adesioni si possono mandare alla mail primapersone.2019@gmail.com (info sulla pagina facebook Primapersone a Napoli).

L’appello chiarisce i motivi della protesta: «È importante riempire di volti e storie, individuali e collettive, le strade di Napoli in una grande, colorata, pacifica e determinata marcia che dica con chiarezza che le differenze legate al genere, all’etnia, alla condizione sociale, alla religione, all’orientamento sessuale, alla nazione di provenienza sono una ricchezza e non un motivo per discriminare e negare soggettività».

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