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Snowden chiede asilo politico temporaneo alla Russia

Snowden chiede asilo politico temporaneo alla RussiaEdward Snowden

Datagate Svolta nel caso dell'ex consluente Cia ricercato per lo scandalo intercettazioni

Pubblicato più di 11 anni faEdizione del 17 luglio 2013

Qualcosa si muove per la talpa del Datagate. L’ex consulente Cia Edward Snowden – ricercato per aver rivelato il grosso scandalo delle intercettazioni illegali messo in atto dall’Agenzia per la sicurezza nazionale Usa (Nsa) – ha chiesto asilo temporaneo alla Russia. Lo ha annunciato il suo avvocato Anatoli Kucerena. Dal 23 giugno, Snowden si trova al terminal dell’aeroporto moscovita di Sheremetievo e non può abbandonare la zona di transito internazionale. Per questo – ha precisato il suo legale – un funzionario del Servizio federale d’immigrazione gli ha portato i documenti da compilare per poter entrare nel paese e attendere la decisione, che dovrà arrivare entro tre mesi. L’asilo temporaneo viene concesso per un anno rinnovabile.

Il 12 luglio, la talpa aveva organizzato un incontro pubblico con attivisti per i diritti umani e rappresentanti del Cremlino. In quell’occasione aveva espresso l’intenzione di rimanere temporaneamente in Russia, in attesa di poter transitare in Venezuela, o in un altro dei paesi latinoamericani (Bolivia, Ecuador, Nicaragua) che gli hanno aperto le porte. Finora, infatti, il fuggitivo non ha trovato una strada sicura per andarsene. Per impedirglielo, gli Usa non hanno esitato a provocare una crisi diplomatica con buona parte dell’America latina. Il 2 luglio, hanno «consigliato» ad alcuni paesi europei – Spagna, Francia, Italia e Portogallo – di negare lo spazio aereo al presidente boliviano Evo Morales, che rientrava da un vertice a Mosca. Morales è stato così costretto ad atterrare a Vienna e a rimanervi per 11 ore. Ne è seguito un coro di proteste e di attestati di solidarietà al presidente offeso. I paesi del Mercosur hanno deciso di convocare gli ambasciatori europei coinvolti, nonostante le scuse presentate prima dalla Francia e poi dalla Spagna. «Snowden è arrivato senza invito e poi è stato intrappolato qui dagli Stati uniti che non gli hanno consentito il transito verso altri paesi», ha dichiarato lunedì il presidente russo Vladimir Putin respingendo nuovamente le accuse di essere in combutta con la talpa, rivoltegli dagli Usa.

Fin dall’inizio, Mosca ha rifiutato di consegnare l’ex tecnico informatico al governo nordamericano. In cambio, però, gli ha chiesto di non arrecare ulteriori danni «al partner statunitense». In un primo tempo, Snowden aveva declinato l’offerta. Poi, però, ha deciso di accettare, pur tardando a formalizzare la richiesta. Un’indecisione dovuta alla mancanza di conoscenza delle leggi russe e a una comprensibile prudenza, ha spiegato Kucerena. Intanto, un professore di scienze sociali, lo svedese Stefan Svallfors ha proposto che la talpa sia candidato al Nobel per la pace per il 2014. Svallfors – che è tra le persone «qualificate» per a consigliare nomi al comitato del premio – ha scritto che il gesto di Snowden è di importanza pari a quella dei processi di Norimberga contro i gerarchi nazisti. Dargli il Nobel – ha sostenuto – consentirebbe inoltre al premio di riconquistare un po’ di credibilità dopo «la decisione sbagliata e avventata di premiare Obama nel 2009».

In tanti vorrebbero dare il Nobel anche al soldato Bradley Manning, la talpa del Cablogate. Il militare Usa è sotto processo per «collusione col nemico» e rischia l’ergastolo. Oggi i giudici devono decidere se accogliere le tesi della difesa o mantenere le accuse. Lui ha riconosciuto di aver trasmesso oltre 700.000 documenti al sito Wikileaks: comunicazioni diplomatiche, rapporti militari sulle guerre in Iraq e in Afghanistan, documenti sui detenuti a Guantanamo… Per via del Cablogate, Julian Assange, cofondatore di Wikileaks e oggi deciso sostenitore di Snowden, è fermo da un anno nell’ambasciata ecuadoregna a Londra: col rischio di venire estradato se cerca di recarsi in Ecuador, dove ha ottenuto l’asilo politico. Per trovare una soluzione, Londra e Quito hanno recentemente nominato una commissione congiunta di giudici. Anche Snowden è riuscito ad arrivare a Mosca grazie a un salvacondotto fornito da Quito, e il presidente ecuadoregno Rafael Correa è stato tra i primi a offrirgli accoglienza. Ieri, anche Correa ha convocato gli ambasciatori europei.

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