Sms bavaglio: «Non rispondete a Renzi»
5 Stelle Grillo non replica alla sfida di Renzi. E il capogruppo alla Camera zittisce i deputati
5 Stelle Grillo non replica alla sfida di Renzi. E il capogruppo alla Camera zittisce i deputati
La reazione è scomposta e tradisce nervosismo. L’offensiva lanciata da Matteo Renzi sulle riforme sembra aver spiazzato il M5S che replica con rabbia alle parole del segretario del Pd. Tanto che a un certo punto i vertici del movimento decidono di imporre il silenzio. E così, mentre molti tra i deputati pentastellati sono impegnati a replicare al sindaco di Firenze, un sms del neocapogruppo a Montecitorio Federico D’Incà richiama tutti all’ordine: «Non cedere alle provocazioni di Renzi su media. Le risposte verranno date dai capigruppo M5S nelle sedi opportune». Una decisione che non piace però a molti, che leggono il sms come l’ennesimo intervento calato dall’alto e una forma di censura.
A scatenare le reazioni del M5S è un’intervista al Fatto in cui il sindaco di Firenze sfida Grillo sulle riforme. Ma è anche il riferimento ad alcuni parlamentari che sembra scottare più di qualunque altra parola. «Ci sono quelli che credono alle scie chimiche e ai microchip nel cervello, e questi fanno ridere, ma sta anche nascendo un gruppo dirigente molto interessante».
La sfida è lanciata, ma da Grillo per tutto il giorno non arriva nessuna risposta. Parla invece, Paolo Becchi: «Renzi si metta il cuore in pace: non ci sarà nessuna riforma del bicameralismo perfetto con l’aiuto del M5S. Cominci a restituire il maltolto», scrive in un tweet quello che viene considerato da alcuni come l’ideologo del movimento. «Renzi come Lucignolo, vuole portare gli italiani nel paese dei Balocchi. Chi gli crederà si risveglierà con orecchie d’asino», segue a ruota la deputata Carla Ruocco. Nessuno entra nel merito delle proposte avanzate. Sembra di essere tornati a marzo quando alle offerte di lavorare assieme avanzate dal Pd, all’epoca segretario era ancora Bersani, la risposta era sempre e solo no. «Sono sempre stato dell’idea che la collaborazione su progetti buoni e produttivi sia una cosa buona», prova a ragionare il senatore Franco Campanella. «Sono però molto perplesso dalla mossa fatta da Renzi e dai contenuti che propone. Le sue parole mi sembrano molto una sfida: Renzi ha lanciato la sua campagna elettorale per le europee e tende a mostrarsi come quello che propone le cose, mentre noi saremmo quelli politicamente sterili. Insomma, mi sembra che la sua sia soprattutto una strategia della comunicazione».
Non tutti, però, usano i toni pacati di Campanella. Brucia il riferimento ai parlamentari che credono nelle scie chimiche, tanto da provocare la replica degli e stessi parlamentari, che sul sito web definiscono Renzi come un «leader telecomandato» e gli ricordano che sulla vicenda delle scie chimiche il Pd ha presentato sei interrogazioni. Questo prima che l’ordine di scuderia inviato via sms mettesse tutti a tacere. Cosa che permette al renziano Dario Nardella di sferrare il suo affondo: «Siamo al paradosso – dice -: il campione dello streaming a tutti i costi, quello che predica la trasparenza, adesso arriva a imporre ai suoi deputati di tacere? Evidentemente Grillo ha paura delle proposte di Renzi».
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