Smottamento Italia, è emergenza da nord a sud
Frane e allagamenti La paura dell’Arno da Firenze si sposta a Pisa. In Alto Adige deraglia un treno nella bufera.
Frane e allagamenti La paura dell’Arno da Firenze si sposta a Pisa. In Alto Adige deraglia un treno nella bufera.
Il maltempo sferza l’Italia da Nord a Sud: allagamenti, frane, pioggia incessante e raffiche di vento. Ciò che colpisce non è tanto la tipologia dei fenomeni quanto l’intensità, analizzata su larga scala. Ieri, la situazione più critica si è verificata in Alto Adige: in Val Pusteria, nella prima mattinata, è deragliato un treno per una colata di fango che ha invaso i binari, fortunatamente non ci sono stati feriti. Già è certo che il novembre 2019 entrerà nella storia come un mese record: in val d’Ultimo e a Sesto di Pusteria, nei primi 18 giorni di novembre, sono stati registrati 300 litri di acqua per metro quadro, ovvero tre volte la media mensile. La strada della val Badia è rimasta chiusa, come complessivamente 45 strade statali e provinciali, diversi comuni sono isolati.
In Emilia-Romagna è esondato il fiume Indice a Budrio e, sempre nel bolognese, è sorvegliato speciale il Reno. Nel settore orientale della regione è previsto un peggioramento delle condizioni atmosferiche, tanto da far valutare alla Protezione civile «l’allerta rossa» per la giornata odierna. Nel bollettino viene indicata «allerta arancione» per il resto dell’Emilia, la Provincia Autonoma di Bolzano e per alcuni settori di Piemonte (le provincie meridionali), Liguria, Lombardia e Veneto.
Nelle scorse ore ci sono stati allagamenti, frane e smottamenti in Friuli Venezia Giulia: complessivamente sulle Prealpi Carniche e in Carnia sarebbero caduti fino a circa 250 millimetri di pioggia. A causa dell’allerta meteo che prevede vento di burrasca forte il comune di Genova ha deciso di vietare il transito ai motocicli, mezzi telonati e furgonati sulla sopraelevata Aldo Moro. In Toscana, la piena dell’Arno è in diminuzione: l’allerta da Firenze si è spostata su Pisa, dove oggi riapriranno le scuole e le università. Si contano, intanto, i danni nella riserva naturale della Duna Feniglia, nel comune di Orbetello (in provincia di Grosseto): qui, una tromba d’aria ha sradicato almeno un migliaio di pini in un’area verde di circa otto ettari. I cambiamenti climatici stanno, infatti, mettendo a dura prova la vegetazione. Tra i fattori anche l’abbandono di intere aree. «Le piante hanno cicli di vita che spesso superano i 100-150 anni e quindi quelle che ora sono adulte sono nate in un clima diverso», ha dichiarato Maria Cristina d’Orlando, presidente del Pefc Italia (Programme for Endorsement of Forest Certification schemes), in occasione de Giornata Nazionale degli Alberi, che si celebra il 21 novembre. La giunta regionale toscana, su proposta del presidente della Regione Enrico Rossi, ha dichiarato lo stato di emergenza per il maltempo. Con l’intenzione di richiedere al governo un’emergenza nazionale. Richiesta che ha deciso di intraprendere anche il presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini.
È, invece, iniziata la conta dei danni in Basilicata. Secondo una prima stima «stilata dal dirigente del settore Lavori pubblici» del Comune di Matera (Capitale europea della Cultura 2019), i danni per il maltempo dei giorni scorsi «ammonterebbero a circa otto milioni di euro». Gli eventi atmosferici hanno danneggiato «strutture pubbliche e private, infrastrutture a rete di pubblici servizi, impiantistica stradale, strade urbane e rurali». A Napoli, in Campania, sono stati rinvenuti quintali di plastica e di rifiuti sull’arenile del lungomare Caracciolo, trasportati dalle mareggiate dei giorni scorsi. L’intera spiaggia antistante la Rotonda Diaz è stata, appunto, invasa da oggetti galleggianti tra i quali centinaia di bottiglie e grandi bidoni di plastica provenienti dalle vicine aree marine destinate alla mitilicoltura.
In serata, a margine dell’emergenza maltempo, è intervenuto il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, che ha annunciato che sono stati disposti 25 milioni di euro per opere di manutenzione ordinaria e straordinaria per la messa in sicurezza dal rischio idrogeologico. Particolare attenzione, segnala il dicastero, viene data agli argini dei fiumi «per rafforzare e accelerare gli interventi di prevenzione laddove siano stati già presentati progetti esecutivi». Le risorse «potrebbero arrivare a 38 milioni di euro se gli ulteriori progetti presentati saranno immediatamente cantierabili».
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