Si dice «British blues», e ci si accorge, mentre scorrono i nomi, che prima si farebbe a nominare tout court tutto quanto o quasi è successo nel rock in tumultuosa evoluzione tra i primi anni Sessanta e, a prenderla stretta, la metà abbondante del decennio successivo. Il blues innestato sul rock’n’roll ha allora spodestato in terra d’Inghilterra lo skiffle degli anni Cinquanta, impersonato da un entertainer di razza come Lonnie Donegan, ma presto finito nel registro delle cose belle e passate. C’è stata un tappa fondamentale, naturalmente: l’arrivo in terra d’Albione, nel 1958, di uno sconvolgente Muddy Waters. Chi si...